mercoledì 5 novembre 2008

Si può fare

Un film di Giulio Manfredonia. Con Claudio Bisio, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston, Giorgio Colangeli, Bebo Storti.
durata 111 min. - Italia
2008. - Warner Bros Italia data uscita 31/10/2008.
Ieri sera sono andata di nuovo al cinema, qui a Milano, con tre mie amiche del pensionato universitario in cui alloggio.
Il film che abbiamo visto non era un film comico, ma nemmeno drammatico, ed è stato definito dalla critica come "una commedia umana dall'impianto arioso talvolta comico che letizia e fa riflettere".
Racconta una realtà con la quale non è frequente entrare in contatto nemmeno sul grande schermo, la realtà di coloro che hanno problemi psichici e che sono accolti, da quando sono stati chiusi i manicomi, nelle cooperative.
Un ex sindacalista, interpretato da Claudio Bisio, riesce a trasformare un luogo nel quale queste persone erano imbottite di medicinali in una vera e propria cooperativa, facendo sentire ognuno di loro un socio e, attraverso il lavoro, rendendo quelle persone consapevoli della loro dignità. Entra dunque in contrasto con il medico del centro, portandolo a ridurre le dosi di farmaci assunte dai ragazzi, che pian piano cominciano a vivere una vita sempre più normale.
Davvero toccante è la storia di uno di loro, che si innamora della ragazza che abita nella casa in cui lavora il parquet (questa è l'attività svolta dalla cooperativa). Si sente un ragazzo come gli altri, si sente innamorato ma poi, poi sente parlare quella che credeva la sua fidanzata, che dice di averlo baciato per pietà, per illuderlo, e si toglie la vita.
La morte di questo ragazzo fa allontanare l'ex sindacalista, che si sente in colpa per aver causato la morte del ragazzo abbassando la dose di farmaci che lo rendevano calmo. E' proprio però il medico della cooperativa, che inizialmente diffidava assolutamente dei metodi da lui adottati, ad invitarlo a collaborare, accortosi del miglioramento innegabile degli ospiti. Sono proprio gli ospiti a convincerlo a tornare, a far riprendere a lui la fiducia nel suo lavoro.
E' un film amaro, molto denso, toccante.
A partire dagli anni 80 sorgono in italia tante altre cooperative nelle quali le persone con difficoltà mentali vengono occupate in attività lavorative.
Prima dei titoli di coda un messaggio sullo schermo ricorda che oggi sono più di 30000 gli ospiti di queste realtà e dedica a loro l'intero film.
Un film che indubbiamente è stata per me, e per le mie amiche, una occasione eccezionale per entrare in contatto con questo mondo, sul quale forse mai mi ero ritrovata a riflettere in questo modo. Un film stupendo, che insegna a rispettare chiunque, a ricordare che tutti hanno una propria dignità e che chi è diverso da noi per qualche motivo è sempre una persona e da persona deve essere trattato.

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