mercoledì 31 luglio 2013

Il principio della rana bollita - Noam Chomsky

Condivido con voi una storiella molto utile per aiutarci a riflettere...



Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana.

Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare.

La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa.

L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita.

Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.

Questa esperienza mostra che – quando un cambiamento si effettua in maniera sufficientemente lenta – sfugge alla coscienza e non suscita – per la maggior parte del tempo – nessuna reazione, nessuna opposizione, nessuna rivolta.

Se guardiamo ciò che succede nella nostra società da alcuni decenni, ci accorgiamo che stiamo subiamo una lenta deriva alla quale ci abituiamo. Un sacco di cose, che ci avrebbero fatto orrore 20, 30 o 40 anni fa, a poco a poco sono diventate banali, edulcorate e – oggi – ci disturbano solo leggermente o lasciano decisamente indifferenti la gran parte delle persone. In nome del progresso e della scienza, i peggiori attentati alle libertà individuali, alla dignità della persona, all’integrità della natura, alla bellezza ed alla felicità di vivere, si effettuano lentamente ed inesorabilmente con la complicità costante delle vittime, ignoranti o sprovvedute.

I foschi presagi annunciati per il futuro, anziché suscitare delle reazioni e delle misure preventive, non fanno altro che preparare psicologicamente il popolo ad accettare le condizioni di vita decadenti, perfino drammatiche.

Il permanente ingozzamento di informazioni da parte dei media satura i cervelli che non riescono più a discernere, a pensare con la loro testa.

Allora se non siete come la rana, già mezzo bolliti, date il colpo di zampa salutare, prima che sia troppo tardi











Fonte: http://eccocosavedo.blogspot.it/, storiella trovata su http://informatitalia.blogspot.it/2013/07/il-principio-della-rana-bollita-noam.html

lunedì 29 luglio 2013

Silenzio e rispetto. Solidarietà e preghiera.


La scorsa notte è accaduta una tragedia. 
Il bilancio delle vittime dell'orribile incidente è sulle prime pagine di tutti i giornali. 
Online, sui siti dei principali quotidiani, è possibile osservare dei Fotoreportage impressionanti.
C'è una continua ricerca di immagini sempre più invadenti, nel dolore, nella distruzione, nella morte e nel sangue... Immagini che sembrano essere diventate per noi essenziali, per poter percepire le sensazioni di un dramma così grande. 

A volte forse, in determinate circostanze, dovremmo tornare ad essere capaci di riflettere e metabolizzare un dolore così immenso dentro di noi, senza spettacolarizzare il dramma. I giornalisti fanno il loro mestiere, presentare le notizie, ma forse a volte troppe immagini e troppe parole, almeno a mio parere, potrebbero essere evitate. 
A volte forse, in determinate circostanze, sarebbe meglio non parlare troppo, non scrivere troppo, non fotografare troppo... il silenzio e il rispetto dovrebbero prevalere, per le vittime, per chi le amava e per tutti noi che assistiamo, inermi, ad eventi così catastrofici e così drammatici.
Tra pochi giorni inizieremo a vedere sui giornali e in televisione il racconto dettagliato della vita di quelle persone. Inizieremo a scavare dentro la tragedia, conosceremo tutti i particolari del loro viaggio e continueremo a vedere immagini sempre più strazianti di sofferenza.

Il silenzio e il rispetto forse sarebbero ciò che tutti coloro che sono stati coinvolti in questo orribile fatto meriterebbero. E anche noi, per metabolizzare, forse riusciremmo a riflettere meglio, anche senza vedere le bare chiuse accanto ai corpi insanguinati coperti da lenzuoli bianchi.

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Dalle pagine del mio blog intendo manifestare la mia più forte vicinanza, mentale e spirituale, a tutti coloro che da ieri notte hanno perduto la loro vita o stanno soffrendo, a tutti i feriti e a tutti coloro che piangono le loro vittime.


Silenzio e rispetto. Solidarietà e preghiera. 
Le uniche parole che mi sento di esprimere davanti a tutto ciò sono queste, condividendo una sola immagine.





domenica 28 luglio 2013

Milano, dove sei?

Vivo a Milano da quasi 6 anni ormai, prima per studio e ora per lavoro.
Non mi era mai capitato di trascorrere gran parte dell'estate qui, con le strade e i mezzi pubblici quasi deserti, soprattutto nei weekend, e il centro pieno di tanti turisti, che passeggiano, fotografano e ammirano la nostre nostre piazze e i nostri monumenti.

Ebbene, ieri pomeriggio, nonostante il caldo afoso, ho pensato di trascorrere anch'io qualche ora passeggiando per le vie di quella che, alle tante persone provenienti dalle tanti parti del mondo, è nota come la "città della moda, del fashion, del gusto e dell'eleganza".

Ecco alcune immagini che ho potuto scattare con il mio smartphone, una "cartolina da Milano" che tanti di quei turisti porteranno nei loro ricordi e che, probabilmente, mostreranno ai loro amici una volta tornati nei loro Paesi, spesso molto lontani.


Questa è Milano, sempre più sporca, sempre meno luccicante e sempre più grigia, e non per la nebbia...

La foto grande è stata scattata in pieno giorno davanti ad uno dei Palazzi più importanti, antichi e prestigiosi di Milano, Palazzo Giureconsulti (Palazzo Giureconsulti).
Osservare certe schifezze, prodotto sicuramente della maleducazione di tante persone, ma anche della mancata pulizia, non lascia certo un bel ricordo del nostro centro storico.
Le altre 3 immagini sono state scattate, a debita distanza ovviamente, sempre in pieno giorno e sempre nel cuore della città: sotto la Loggia di Piazza dei Mercanti, in zona Porta Garibaldi - Isola (sotto i nuovi luccicanti palazzi) e in via Manzoni, a 2 passi da via Montenapoleone, dalle vetrine del nostro Made in Italy e dei tanti marchi del lusso che negli ultimi anni attirano consumatori e turisti provenienti da ogni angolo del mondo, anche dai piu lontani.

Ecco questo è quello che tutti loro vedono.

Ma non è finita.

Sempre ieri pomeriggio, passeggiando per Corso Vittorio Emanuele, la grande via dello shopping che da Piazza Duomo conduce a Piazza San Babila, ho contato 12, ma forse erano di più, gruppetti di artisti di strada di ogni genere che letteralmente urlavano, cantavano a squarcia gola, battevano mani, suonavano tamburi, organizzavano balli e spettacoli, con persone urlanti tutte raggruppate intorno, molti con lattine di bibite e birra in mano che puntualmente abbandonavano poi sulle panchine o ai bordi della strada.
Un frastuono assurdo... un caos.. anarchia... questo era ciò che si percepiva.

Milano, dove sei?

6 anni fa ho deciso di lasciare il mio Lago di Garda per venire a Milano, città che da sempre adoro e che avevo scelto per i miei studi universitari fin da quando ero piccolina e, con i miei genitori, ci passavo più volte l'anno, purtroppo non per bei motivi...

Di Milano mi colpiscono da sempre la sua grande vitalità e la dinamicità della sua gente, il suo continuo ed incessante movimento ed il suo essere brillante, sempre, mai ferma e mai noiosa, nonostante molti la associno semplicemente a nebbia e grigio.
Milano era ed è splendida, per chi è ha voglia di sintonizzarsi con lei, ne sono convinta. Ecco perchè vedendola ridotta cosi e vedendola peggiorare sensibilimente di giorno in giorno mi si stringe il cuore, letteralmente.

Sono contenta quando vedo che si stanno facendo dei lavori, per migliorare la viabilità e per costruire nuovi palazzi... sono contenta perchè mi rendo conto che Milano è una città antica, molto, ma anche incessantemente proiettata verso il futuro...è tradizione e innovazione, è cultura e incontro di culture, è italiana e globale , tutto nello stesso tempo...

Ed è cosi che voglio pensare Milano, ed è per questo che mi piacerebbe vedere, da parte di chi ne è responsabile, un po' più di amore verso di lei.
Lasciamo stare i discorsi politici, i discorsi sull'amministrazione locale... ci sarebbero tanti punti su cui soffermarsi... io parlo semplicemente da cittadina, di una città che adoro e che vorrei veder tornare a sorridere.

Il bello c'è ancora ed è immenso a Milano... ora arriva anche l'Expo, che tra polemiche e opinioni contrastanti sarà comunque un'occasione in cui gli occhi del mondo saranno puntati sulla città...
Che immagine vogliamo lasciare?
Qual è la "cartolina da Milano" che vorremmo portassero nei loro ricordi e nei loro Paesi le migliaia di persone che percorrono le sue strade, arrivano nelle sue stazioni, prendono i suoi mezzi?

Io voglio essere fiduciosa... voglio una città che guardi al futuro, spero che il mio futuro possa continuare ad essere vissuto tra le sue vie e spero di poter vedere Milano all'altezza di ciò che è e non piegata in un declino che, con la sua ricchezza, culturale prima che finanziaria, le fa un torto enorme.


Buona domenica a tutti coloro che come me sono innamorati, nonostante tutto, di Milano!




venerdì 19 luglio 2013

Due questioni ed alcune domande (con rabbia annessa)

Oggi sono due le notizie che mi hanno colpita, due le questioni di cui ora voglio scrivere.


La prima questione è quella che ha coinvolto Dolce&Gabbana, grande marchio del Made in Italy, che rappresenta il nostro Paese nel mondo e che attira nella città di Milano, e in Italia, turisti, acquirenti e capitali da ogni parte del globo.
Un'accusa per evasione fiscale ed un iter giudiziario in corso.
Chi evade, chi ruba, chi commette irregolarità è giusto che venga processato e, alla fine dell'ultimo grado di giudizio, condannato se ritenuto colpevole.
Che senso ha, però, che un Comune come Milano neghi i propri spazi ad un marchio che, nelle nostre strade e nelle nostre città, crea ricchezza, crea posti di lavoro e crea immagine?

Il settore della moda non sta benissimo dopo tutti questi anni di crisi, ma sicuramente contribuisce a contenere la contrazione del nostro PIL per il grande prestigio della nostra Moda nei Paesi che attualmente stanno crescendo, lontani e ricchi (soprattutto nel segmento lusso e fashion, mentre in retail arranca fortemente).
In via Montenapoleone e in via Della Spiga, cuore del fashion milanese e italiano, anni fa non si vedevano etichette con sconti e offerte: oggi invece anche lì ci sono cartellini con il 40% e 50% di sconto, anche nelle vetrine delle grandi Griffe.

Tali vie oggi sono meno piene di Italiani ed europei, ma sono sempre più piene di cinesi, russi, arabi, persone provenienti da ogni parte del pianeta... desiderose di acquistare i prodotti dell'Italia, provenienti da aree del Mondo in forte crescita, mercati che per le nostre imprese e le nostre Firme rappresentano grandissime opportunità di sbocco e sviluppo.


Un Comune e un Settore Pubblico che, piuttosto che sostenere le aziende che creano ricchezza e speranza in un momento così cupo e difficile, negano spazi x sfilate ed eventi alle firme della nostra moda, non possono godere della mia fiducia e della mia stima.
I tribunali dovrebbero essere il luogo per giudicare chi commette reati e ingiustizie (con tutti i gradi di giudizio previsti dal nostro sistema giudiziario). Che motivo c'è di ostacolare firme che creano lavoro e ricchezza nelle nostre città, con un indotto enorme in termini di creazione di Pil?
Può forse agevolare le tante imprese estere nostre concorrenti? O forse può giovare a quei marchi svenduti proprio da un'Italia con poca visuale e poca intraprendenza a marchi stranieri, contenti di acquistare perle di grande valore da noi poco valorizzate?

La seconda questione che mi ha colpita oggi è quella legata all'assassino di Beatrice, la ragazzina che qualche decina di giorni fa è stata investita da un uomo mentre attraversava la strada in bicicletta. Il ragazzo, marocchino commerciante abusivo, ma a parte questo colpevole della sua morte, è già fuori dal carcere, agli arresti domiciliari, pronto a preparare le valigie per lasciare l'Italia.

Non è un caso isolato, è uno dei tanti casi che sottolineano l'incapacit (almeno a mio parere) della nostra Nazione di garantire sicurezza e fiducia a chi vive onestamente, a causa della forte incertezze delle pene (ormai certezza della non pena) per chi commette reati. 

Entrambe le questioni fanno sorgere in me delle domande: a cosa serve avere un Paese?
Un Paese, e le sue Istituzioni, dovrebbero servire per rendere la realtà di coloro che in esso nascono, vivono e transitano (civilmente e rispettando le leggi) migliore.
Chi, piuttosto che puntare sul migliorare l'immagine di sè all'estero (unico canale attualmente di crescita per quanto riguarda i consumi e quindi i possibili ricavi per imprese ed economia), ostacola i grandi marchi, fa a noi del bene?
Il diffondere tra chi vive onestamente e giorno dopo giorno studia, lavora, viaggia, cammina sul nostro territorio la paura, l'insicurezza, il senso di non protezione, è un bel biglietto da visita per l'Italia?
Un Paese che non riesce ad assicurare pene adeguate per reati gravi e ignobili, è un Paese in cui si può continuare ad avere fiducia?

Sono domande.... con un contorno di rabbia... ma con la speranza che prima o poi, evento dopo evento, qualcuno, senza pregidizi e senza blocchi ideologici (e politici), possa comprendere ciò che davvero serve a tutti noi:
  • creazione e difesa della ricchezza
  • lotta ad evasione e corruzione, senza però prendere a picconate l'immagine del Paese,
  • difesa della sicurezza dei cittadini
  • sostegno al lavoro, all'economia, ai consumi e alla voglia di fare di chi crede nell'Italia, Italiani in primis e tutti coloro che nel nostro Paese arrivano, per commercio, economia, viaggi, turismo o alla ricerca di una nuova vita, ma con rispetto e voglia di contribuire al suo sviluppo e alla sua realtà, senza sostegno a chi delinque e cerca di distruggere tutto ciò.
Vorrei vedere almeno uno di questi punti (e spererai di vederli tutti) al centro dell'attenzione dei nostri politici ed amministratori....
Vorrei che chiunque, nel proprio ruolo, potesse perseguirli in uno Stato, l'Italia, che amo, nel quale sono nata e nel quale vorrei continuare a vivere, con l'orgoglio e con la forza che ognicittadino di questa splendida penisola dovrebbe meritare di avere.





Scusate il doppio sfogo-sclero cari lettori del mio blog!!!!
;)


mercoledì 10 luglio 2013

Due strade da cercare.... pensieri di un pomeriggio :)

Sono nata e vivo in Italia… 
sì l’Italia, quella penisola meravigliosa nel cuore del Mediterraneo, ricca di arte, cultura, luoghi e ricchezza.

Tutto ciò che mi circonda in certe giornate, però, sembra solo un'enorme gabbia.

Sono sempre stata una persona forte e determinata, con molti sogni, forse più di quanti sia possibile gestire in una vita. Ho sempre messo passione, in tutto ciò che ho fatto fino ad ora… ma avere sogni e passione mi rendo conto sia estremamente difficile in un periodo come questo dove non solo il futuro, ma anche il presente, sono assolutamente incerti.

Quest’anno, dopo aver concluso la mia laurea magistrale, ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo del lavoro e ora, a poche settimane dalla fine della mia prima esperienza di stage, sto pensando molto a me e a tutto ciò che mi circonda.

Di me non so che cosa sarà nei prossimi mesi e spero di scoprirlo al più presto. A volte mi rendo conto di aver commesso degli errori negli anni passati, ma non mi pento di ciò che ho vissuto e cercherò di rendere i prossimi anni in linea con le mie aspettative e, se possibile, con i miei desideri, anche quelli più profondi che fino ad ora ho lasciato un po’ lì abbandonati, come dei vagoni in una vecchia ferrovia, senza rendermi conto che loro in quella vecchia ferrovia proprio non avevano voglia di rimanerci. I sogni, quelli veri, chiusi a chiave in un cassetto proprio non sanno starci e prima o poi (spero prima che poi) troverò il modo di farli uscire…

Del mio Paese sono innamorata, come sono innamorata di Milano, la città nella quale vivo (per studio e lavoro) ormai da più di 6 anni.
Entrambi mese dopo mese li ho visti declinare e ciò mi preoccupa molto. Quando apro i giornali, o accendo la televisione, mi sento tremare la terra sotto i piedi.

Sono solo pensieri, in un pomeriggio un po’ così, in un momento un po’ così.

Sto perdendo la fiducia in tutto ciò che mi circonda, ma in fondo, contemporaneamente, sta crescendo in me una forte ansia perché mi rendo conto che è molto molto difficile fare qualcosa per cambiare tutto ciò, ma nello stesso tempo è necessario. 

Questo post non lo leggeranno moltissime persone, ma rivolgo lo stesso un appello a tutti coloro che al momento sono impegnati attivamente nel tenere in piedi l’Italia, politicamente ed economicamente (perché nel tenerla in piedi siamo coinvolti tutti, nei nostri ruoli e nelle nostre attività). 
Fate qualcosa perché questo Paese che, giorno dopo giorno, sembra morire sempre di più ricominci a credere nel proprio futuro.
Io parlo da giovane, nata e vissuta in un’Italia che amo, ma che non sento più tanto mia. Ho voglia di ritornare a credere in lei… e in tutto ciò che mi circonda.

Io nei prossimi mesi ed anni dovrò cercare la mia strada… in fondo la ricerca della propria strada credo non si fermi mai nel corso della vita.

Anche l’Italia nei prossimi mesi ed anni dovrà cercare la propria strada…
io sto facendo tutto il possibile per poter trovare la mia… chi ancora ama questa meravigliosa penisola faccia tutto il possibile per farla camminare verso una ripresa e verso una crescita.


Fiducia ne ho molto molto poca,  ma la speranza non deve mancare mai.