mercoledì 19 novembre 2008

EUROPEAN UNION: A DREAM THAT MUST GO ON


L'Europa Unita è stata considerata per secoli, da filosofi e visionari, una utopia. Le due guerre mondiali che hanno macchiato di odio e di sangue i nostri Paesi sembravano averla cancellata per sempre e invece, proprio dopo la loro fine quella utopia si è trasformata in un sogno e quel sogno ha cominciato ad essere realizzato.
Il 9 maggio 1950 il ministro degli esteri francese, Robert Schuman ha proposto al suo nemico storico di utilizzare l'acciaio e il carbone, non più per combattere e per uccidere, ma per costruire un mondo di pace e di prosperità: a questo progetto hanno deciso di collaborare anche altri quattro paesi europei, tra cui l'Italia, e questo progetto non è ancora terminato.
Sono passati più di cinquant'anni da quel giorno e in questi cinquant'anni abbiamo imparato a chiamare quel progetto Unione Europea. Invertire queste due parole non è stato un caso, si voleva porre l'attenzione sulla parola Unione, perchè l'Unione fosse l'obiettivo ultimo da perseguire.
In questi cinquantanni altri Paesi hanno deciso di collaborare per realizzare questo progetto. Oggi sono 27 i protagonisti di questa avventura, che sicuramente ha il grande pregio di aver permesso che all'interno dei suoi confini, per cinquant'anni, regnasse la pace.
Oggi l'Unione Europea è dotata di istituzioni che le permettono di emanare direttive e regolamenti, con l'intento di armonizzare il diritto di tutti i membri, rendendo ogni stato e soprattutto ogni cittadino protagonista.
L'Unione Europea è entrata nelle nostre vite, anche se non tutti forse lo hanno notato, anche se tanti non l'hanno apprezzato. E' nelle nostre tasche, nei nostri portafogli. Non abbiamo più bisogno di avere un passaporto per attraversare le frontiere degli stati che hanno aderito al patto di Schengen. Sulle nostre monete è raffigurato il nostro continente e quelle monete, che sono state accusate di essere responsabili dell'inflazione nel nostro paese, ora ci permettono, anche in un periodo di crisi, di mantenere una certa stabilità nei cambi.
La strada da percorrere però è ancora tanta. I 27 paesi che sono ora membri dell'Unione Europea sono chiamati a portare avanti quel sogno e noi, soprattutto noi giovani, nati quando i primi trattati sull'UE erano già stati firmati, dobbiamo continuare a crederci.
Come tutti i sogni, per essere realizzato, richiede di superare degli ostacoli. Tantissime sono le sfide che il presente e il futuro ci presentano. Sono le sfide di un mondo che cambia e che richiede a noi di diventare sempre più protagonisti, per proporre un modello europeo di gestione dei rapporti diplomatici ed economici. L'Europa è chiamata a far sentire la propria voce e forse quando la tempesta di questa crisi sarà stata placata questa voce si sentirà. Già adesso gli Stati Uniti si interrogano sul liberismo frenato nei loro mercati e cercano nella regolamentazione europea la chiave per cambiare.
L'Europa può e deve farcela. Deve diffondere anche oltre i suoi confini gli ideali di pace, di uguaglianza, di solidarietà, di unità per le quali da oltre cinquantanni combatte.
E noi, noi giovani, siamo i protagonisti. Noi Europei e anche chi non è ancora in UE..
Perchè l'utopia che per secoli è stata nelle idee di filosofi e di visionari, che forse da sempre è nella storia di un continente attraversato da mille popoli e in cui si sono parlate mille lingue, possa continuare.

OUR DREAM MUST GO ON...THE DREAM OF PEACE...THE DREAM OF EUROPEAN UNION

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