martedì 31 dicembre 2013
Grazie 2013... Aspettando il 2014
Il passaggio da un anno vecchio ad un anno nuovo è una convenzione: una notte come tutte le altre che diventa speciale, segnando il passaggio tra 12 mesi passati e 12 mesi futuri.
Il 2013 è stato un anno difficile per molti. L'Italia lo conclude disorientata, frenata dalla stringente crisi e incerta sui suoi prossimi passi. Molte persone vivono il dramma dell'assenza di lavoro, molte imprese hanno dovuto cessare la propria attività o la portano avanti con estrema fatica, molte famiglie si sentono sole. Le questioni da affrontare per risollevare il Paese sono molte e solo con la forza, la tenacia, la determinazione si potrà tornare a guardare con forza al futuro.
Da giovane mi auguro che chi è giovane (non solo dal punto di vista anagrafico, ma soprattutto nel modo di guardare al domani) se ne prenda carico, ovunque operi, nel proprio studio, nella propria professione, nel proprio impegno sociale e politico. E' utopia? Forse sì, ma è anche l'augurio più sincero che mi sento di fare all'Italia, per i prossimi 12 mesi.
In queste ore, però, mi sento in dovere di realizzare un piccolo bilancio personale di questo 2013, anno che mi ha donato molto e che non posso non ringraziare.
E' stato il mio primo anno da non studentessa. Nei primi 8 mesi ho completato la mia esperienza di stage presso la Camera di Commercio di Milano, dove ho imparato moltissimo e dove ho conosciuto persone molto belle, che ricorderò... Il mio desiderio era quello di lavorare nel mondo delle banche e della finanza (anche alla luce della mia specializzazione accademica) e negli ultimi 4 mesi ho potuto realizzarlo, entrando in una società di consulenza. Sono molto contenta e motivata. La mia vita è cambiata, considerando il forte impegno in termini di energia e di tempo richiesto, e in poche settimane sento di essere cresciuta moltissimo, dal punto di vista professionale e, soprattutto, come donna.
Grazie 2013 per questa splendida opportunità che mi hai dato.
Grazie anche a tutte le persone che hanno condiviso tutta o parte di questo anno con me, è stato un bell'anno soprattutto grazie a voi.
Grazie ai miei genitori, che ormai vedo sempre più raramente, ma che non hanno mai smesso di esserci.
Grazie alla mia migliore amica Clelia. Sono sempre più lontana, trascorrendo a Milano ormai praticamente tutta la mia vita e passando per Peschiera sempre più raramente, ma le voglio sempre un gran bene e quando possibile mi fa sempre piacere trascorrere qualche ora con lei.
Grazie alle amiche che hanno reso più bella la mia esperienza di stage: un grazie speciale a Marta e a Grazia e grazie a tutte le altre belle persone che ho incontrato in CamCom.
Grazie ai nuovi colleghi, con i quali da pochi mesi condivido questa mia nuova esperienza lavorativa.
Grazie alle mie coinquiline, soprattutto a chi ha condiviso con me qualche bel momento.. Grazie Eva!!
Grazie a chi ha interagito con me virtualmente... è stato un piacere entrare in contatto con voi.
Elencare tutti coloro che hanno fatto parte di questo anno sarebbe impossibile, ma grazie di esserci stati...
Grazie 2013!! Grazie davvero!!
Per il 2014? Beh spero che sarai all'altezza dell'anno appena trascorso.
Auguro tutto il meglio alle persone a cui voglio bene... sperando sia possibile, nei pochissimi momenti liberi, trascorrere al meglio il tempo con loro.
Auguro un anno pieno di gioia e soddisfazioni a tutti voi che per abitudine, per caso, per sbaglio leggerete questo post.... Buon 2014!!
E anche per l'Italia... spero possa essere quell'anno di svolta che tutti da troppo tempo stiamo aspettando. In bocca al lupo, a tutti coloro che amano questo Paese. In bocca al lupo a tutti coloro che studiano, lavorano, lottando, fanno....
In attesa del 2014... Buon Anno!!
lunedì 9 dicembre 2013
Gli Italiani sono stufi. Condanna decisa per violenza e caos, ma non x chi manifesta civilmente
Negli ultimi anni le manifestazioni si sono intensificate. Io personalmente non ho mai condiviso quasi nessuno degli slogan, dei motivi, delle idee di tali "invasioni delle città" e, soprattutto, ho sempre giudicato in modo estremamente negativo coloro che creano un clima di violenza, lanciando pietre, portando feriti... Ho sempre condannato anche coloro che rovinano i muri delle nostre città, scrivono sulle vetrine, sporcano le strade..
Tutto ciò è profondamente incivile ed è pericoloso trovare una qualsivoglia giustificazione. Chi lancia pugni, fumogeni, pietre... chi inneggia all'odio... va fermato senza se e senza ma, perchè la violenza è una miccia a cui basta un alito di vento per distruggere tutto.
Gente così purtroppo rovina l'immagine e il motivo di tantissime manifestazioni, va fermata, senza ipocrisia... e punita, facendo rispettare leggi, ordine e sicurezza.
Mostrare solo gente così però non è un bel servizio da parte dei nostri media.
La manifestazione di oggi, per esempio, nasce da molti motivi e ha riunito migliaia di persone in tutto il Paese. Attribuire manifestazioni a movimenti politici non è corretto ora. Queste manifestazioni infatti stanno diventando trasversali: la rabbia non ha una bandiera e non ha il simbolo di un partito.
Oggi sono arrabbiati i giovani, che hanno perso la fiducia in un'Italia che sembra aver smesso di credere in loro, di investirci, di difenderli.
Oggi sono arrabbiati i lavoratori, che vedono i loro stipendi contenuti rispetto ai loro colleghi che vivono in altri Paesi vicini e lontani, con una differenza tra Lordo e Netto sempre più alta.
Oggi sono arrabbiati gli imprenditori, schiacciati da tasse sempre più elevate, in un periodo di forte crisi dei consumi, di assenza di crescita e di fiducia.
Oggi sono arrabbiati tutti coloro che un'impresa e un lavoro non lo hanno.
Oggi sono arrabbiati gli anziani.
Oggi sono arrabbiati coloro che possiedono immobili (abitazioni e anche immobili industriali/commerciali/aziendali).
Sono solo pochi esempi, sicuramente non esaustivi.
Oggi riflettevo.
Da giovane italiana, dopo aver concluso l'università, ho avuto la fortuna di trovare un lavoro che mi piace, in questo momento orribile... Passo tantissime ore, da mattina presto a sera, davanti a power point, excel, word, email... Per il momento sono rimasta in Italia e sono contenta per l'opportunità trovata.
Ero in ufficio e leggevo, nei pochi momenti liberi, delle proteste. Mi sento molto fortunata, ma mi sento vicina con la mente a tutti coloro che in questo momento gridano (non distruggono.... gridano) sperando di essere ascoltati.
L'Italia è allo sbando. Governi troppo deboli non riescono ad assumere decisioni forti e decisive, possono solo aggiungere tasse o cambiare nome alle tasse esistenti... possono fare regole, creare nuovi tipi di contratti di lavoro, ma non possono creare lavoro, creare risposte vere.
Mi sento di condannare fortemente, lo ripeto, coloro che con prepotenza e arroganza vogliono imporre con forza il caos. Sarebbe bello se oltre che essere mostrati in tv venissero puniti, seriamente.
Mi sento anche però di ringraziare tutti coloro che manifestano con educazione e con civiltà. Oggi oltre ai soliti scontri tra forze dell'ordine e manifestanti ho letto anche piccole notizie diverse e ho visto foto di poliziotti e carabinieri senza casco solidali con chi era in piazza.
Siamo in tanti ad essere arrabbiati.
Quante volte in questi anni abbiamo sentito Premier e Leader parlare di "luce in fondo al tunnel"?
L'economia gira, ripartirà, ma vogliono farci credere che tappando qualche buco di bilancio e facendo qualche nuova regola l'Italia stia ripartendo...
Il lavoro non si crea per legge, come non si creano i consumi.
Servirebbe forza, per pensare a soluzioni vere, per rendere il welfare meno pesante (per esempio con un maggior equilibrio pubblico-privato), per rendere la spesa pubblica meno onerosa, per non continuare a sovracaricare di tasse imprese ormai allo stremo, per dare respiro a lavoratori, studenti, consumatori, famiglie. La forza al momento non c'è.... Il Paese è praticamente al momento ingovernabile.
Un governo c'è, ma a molti di noi non sembra dare risposte.
I Forconi di oggi hanno manifestato anche per questo, come le tante Partite IVA che abbassano serrande per denunciare la solitudine in cui sono lasciate.... Basta camminare per le strade centrali di Milano (esempio via Meravigli) per contare le serrande abbassate: non chiuse per protesta, chiuse per cessata attività.
Ripeto per l'ultima volta violenza sempre condannata.
Solitamente non condivido nemmeno i motivi delle manifestazioni (esempio non sono NoTav), ma rispetto sempre chi manifesta x le proprie idee civilmente (non chi imbratta le città e rovina città).
Oggi però il silenzio di molti media su manifestazioni oneste e civili, per sottolineare le decine di persone che hanno creato violenza, come in tanti altri casi, proprio non mi piace.
Chi crea violenza va condannato! Chi denuncia ciò, giustamente, si faccia anche promotore di una condanna seria.
Non è nemmeno giusto, però, nascondere dietro alla notizia (giusta) di scontri le notizie sulle migliaia di persone che oggi sono arrabbiate nere, sono civili, vanno in piazza facendo rumore ma non rompendo, in fondo un po' per tutti noi.
Tutto ciò è profondamente incivile ed è pericoloso trovare una qualsivoglia giustificazione. Chi lancia pugni, fumogeni, pietre... chi inneggia all'odio... va fermato senza se e senza ma, perchè la violenza è una miccia a cui basta un alito di vento per distruggere tutto.
Gente così purtroppo rovina l'immagine e il motivo di tantissime manifestazioni, va fermata, senza ipocrisia... e punita, facendo rispettare leggi, ordine e sicurezza.
Mostrare solo gente così però non è un bel servizio da parte dei nostri media.
La manifestazione di oggi, per esempio, nasce da molti motivi e ha riunito migliaia di persone in tutto il Paese. Attribuire manifestazioni a movimenti politici non è corretto ora. Queste manifestazioni infatti stanno diventando trasversali: la rabbia non ha una bandiera e non ha il simbolo di un partito.
Oggi sono arrabbiati i giovani, che hanno perso la fiducia in un'Italia che sembra aver smesso di credere in loro, di investirci, di difenderli.
Oggi sono arrabbiati i lavoratori, che vedono i loro stipendi contenuti rispetto ai loro colleghi che vivono in altri Paesi vicini e lontani, con una differenza tra Lordo e Netto sempre più alta.
Oggi sono arrabbiati gli imprenditori, schiacciati da tasse sempre più elevate, in un periodo di forte crisi dei consumi, di assenza di crescita e di fiducia.
Oggi sono arrabbiati tutti coloro che un'impresa e un lavoro non lo hanno.
Oggi sono arrabbiati gli anziani.
Oggi sono arrabbiati coloro che possiedono immobili (abitazioni e anche immobili industriali/commerciali/aziendali).
Sono solo pochi esempi, sicuramente non esaustivi.
Oggi riflettevo.
Da giovane italiana, dopo aver concluso l'università, ho avuto la fortuna di trovare un lavoro che mi piace, in questo momento orribile... Passo tantissime ore, da mattina presto a sera, davanti a power point, excel, word, email... Per il momento sono rimasta in Italia e sono contenta per l'opportunità trovata.
Ero in ufficio e leggevo, nei pochi momenti liberi, delle proteste. Mi sento molto fortunata, ma mi sento vicina con la mente a tutti coloro che in questo momento gridano (non distruggono.... gridano) sperando di essere ascoltati.
L'Italia è allo sbando. Governi troppo deboli non riescono ad assumere decisioni forti e decisive, possono solo aggiungere tasse o cambiare nome alle tasse esistenti... possono fare regole, creare nuovi tipi di contratti di lavoro, ma non possono creare lavoro, creare risposte vere.
Mi sento di condannare fortemente, lo ripeto, coloro che con prepotenza e arroganza vogliono imporre con forza il caos. Sarebbe bello se oltre che essere mostrati in tv venissero puniti, seriamente.
Mi sento anche però di ringraziare tutti coloro che manifestano con educazione e con civiltà. Oggi oltre ai soliti scontri tra forze dell'ordine e manifestanti ho letto anche piccole notizie diverse e ho visto foto di poliziotti e carabinieri senza casco solidali con chi era in piazza.
Siamo in tanti ad essere arrabbiati.
Quante volte in questi anni abbiamo sentito Premier e Leader parlare di "luce in fondo al tunnel"?
L'economia gira, ripartirà, ma vogliono farci credere che tappando qualche buco di bilancio e facendo qualche nuova regola l'Italia stia ripartendo...
Il lavoro non si crea per legge, come non si creano i consumi.
Servirebbe forza, per pensare a soluzioni vere, per rendere il welfare meno pesante (per esempio con un maggior equilibrio pubblico-privato), per rendere la spesa pubblica meno onerosa, per non continuare a sovracaricare di tasse imprese ormai allo stremo, per dare respiro a lavoratori, studenti, consumatori, famiglie. La forza al momento non c'è.... Il Paese è praticamente al momento ingovernabile.
Un governo c'è, ma a molti di noi non sembra dare risposte.
I Forconi di oggi hanno manifestato anche per questo, come le tante Partite IVA che abbassano serrande per denunciare la solitudine in cui sono lasciate.... Basta camminare per le strade centrali di Milano (esempio via Meravigli) per contare le serrande abbassate: non chiuse per protesta, chiuse per cessata attività.
Ripeto per l'ultima volta violenza sempre condannata.
Solitamente non condivido nemmeno i motivi delle manifestazioni (esempio non sono NoTav), ma rispetto sempre chi manifesta x le proprie idee civilmente (non chi imbratta le città e rovina città).
Oggi però il silenzio di molti media su manifestazioni oneste e civili, per sottolineare le decine di persone che hanno creato violenza, come in tanti altri casi, proprio non mi piace.
Chi crea violenza va condannato! Chi denuncia ciò, giustamente, si faccia anche promotore di una condanna seria.
Non è nemmeno giusto, però, nascondere dietro alla notizia (giusta) di scontri le notizie sulle migliaia di persone che oggi sono arrabbiate nere, sono civili, vanno in piazza facendo rumore ma non rompendo, in fondo un po' per tutti noi.
Qualche riflessione di impulso....
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sabato 23 novembre 2013
Milano.. Un degrado allucinante anche sotto al Duomo
Ieri sera, uscendo dal lavoro verso le 21, dopo una settimana trascorsa davanti al pc al chiuso da mattina a sera, ho pensato di fare 2 passi vicino all'ufficio, percorrendo cso Vittorio Emanuele e prendendo la Metro alla fermata San Babila. Era venerdì, le strade nel cuore di Milano erano piene di gente che passeggiava, andava al cinema, visitava la città, cenava, iniziava il weekend...
Beh che tristezza. Mi ha preso una tristezza enorme nel vedere quelle vie, a pochi passi dal Duomo, piene di persone coricate sotto i portici, accanto ai negozi, a bivaccare... oltre a loro, c'erano gruppetti di uomini e donne lungo il corso, in San Babila e anche in zona Montenapoleone, con bottiglioni e cartoni di vino, a bere e ad urlare, a volte infastidendo anche i passanti, nel cuore più prezioso della città.
Che tristezza.
Quelle vie sono piene di gente e di turisti, quindi la sera sono sicure, ma che degrado!!!
Ho visto, sempre ieri sera, diversi uomini e ragazzi, ovviamente non molto sobri, lanciare occhiate, gridare, seguire, insultare... proprio li, li nel cuore di Milano.
Orribile davvero.
Sono rimasta allucinata.
A Milano serve una azione forte, sicuramente con attenzione alle aree periferiche che ormai si avvicinano sempre più al Bronx.
Che brutte però anche le vie centrali. Io trascorro li tutta la mia giornata in ufficio, li accanto alla Galleria, li accanto al Duomo. E' un luogo splendido... Cuore prezioso di Milano.. visitato da tantissime persone che percorrono migliaia di chilometri per camminare nelle nostre vie..
Che triste vedere turisti e cittadini osservare indignati il degrado che avanza.. anche lì sotto alla Madonnina...
Milano non meriterebbe tutto ciò, assolutamente...
La Stazione Centrale poi è indescrivibile. Passando dalla zona binari alla metropolitana, tra sottopassi e scale mobili moderne rinnovate negli ultimi anni, che sporco e che puzza.
Sembra di arrivare in una città inutile e trascurata, grigia ... Ma questa è Milano... Milano!!
So benissimo che la mia denuncia non servirà a nulla, queste sono solo alcune delle realtà che ho rilevato nella città in cui vivo da ormai 6 anni, in cui ho studiato, in cui ora lavoro.
Questa città attende l'Expo. Questa città ha voglia di futuro, respira futuro, da sempre...
Milano non può essere ridotta così, non può.
C'è insicurezza, c'è incertezza, c'è sporco.. c'è degrado... tanto.. proprio lì dove milioni di persone provenienti da tutto il mondo e anche i cittadini camminano, osservano, vivono.
Che senso ha tutto ciò??
Milano meriterebbe tutt'altro.
Per Expo il sindaco auspica di ricevere milioni di visitatori da decine e decine di Nazioni.
Lo auspichiamo tutti noi.
Vorremmo però anche avere una città all'altezza di ciò che è.. Vorremmo Milano all'altezza della sua grande fama, vorremmo non doverci vergognare e anzi, sentirci orgogliosi di vivere qui, sotto alla Madonnina...
Milano è una città splendida. Si può amare o si può odiare... è vero...
io l'ho scelta.. ci vivo e vorrei tanto vederla trattata per quello che è...non trascurata in questo modo.-- è piena di bellissime cose, di bellissime persone, è accogliente e aperta... spero solo prima o poi qualcuno voglia e riesca a fermare questo triste declino, valorizzando tutto ciò che di bello in Milano c'è...
lunedì 11 novembre 2013
Cosa vi siete inventati per vincere la crisi?
Cosa vi siete inventati per vincere la crisi?
Leggo questa domanda scorrendo rapidamente la mia Home di Twitter, durante una veloce pausa caffè.
E' una domanda posta da @VirusRai2, account del talkshow condotto da Nicola Porro su Rai 2, in onda venerdì sera.
Sono molto contenta di leggere questa domanda, dopo serate trascorse a vedere ore ed ore di programmi (su diversi canali) fondati sul mostrare il lato terribile della crisi, che purtroppo sta portando molte persone e molte imprese nella più totale difficoltà, programmi interessanti, ma spesso deprimenti, dove si mostra solo ciò che va sempre più peggio e sembra quasi impossibile veder qualcosa di buono, qualcosa di migliorabile. Sembriamo sempre più inermi di fronte al PIL che crolla, le tasse che aumentano, l'incertezza politica e la perdita quasi totale di speranza.
L'Italia e tutti noi, eppure, abbiamo proprio bisogno di sperare. Cercare delle soluzioni x il nostro futuro è l'unico modo per avere un futuro.
In Italia tutto sembra terribilmente difficile.
Vincere la crisi è estremamente dura ed è una vittoria che l'Italia può fare in un solo modo: restando unita e puntando su ciò che di buono e di forte ancora vive in lei.
Parlo dei giovani. E' solo un esempio.
I giovani sono immersi in un momento difficilissimo, col mercato del lavoro bloccato. La paura per il domani è fortissima.
Parlo di me, in questo post, per rispondere a quella domanda.
In questa situazione, io, nel mio piccolo e personale percorso di vita, ho cercato di vincere la crisi, almeno per me, e l'ho vinta.
La crisi finanziaria ha iniziato a farsi sentire proprio alla fine del 2007, quando ho iniziato a studiare Scienze Bancarie, finanziarie e assicurative.
Mi sono laureata lo scorso anno, in uno dei momenti peggiori per l'economia italiana.
Non conoscevo nessuno che mi potesse aiutare, in un Paese dove, non si può non ammetterlo, spesso le conoscenze di qualcuno contano molto più che le conoscenze di qualcosa.
Ebbene, non mi sono fatta convincere che qui in Italia il merito fosse inutile. Emerge difficilmente, ma può emergere.
Il mio desiderio era lavorare in banca. In questo momento orribile per l'occupazione anche nel settore finanziario, mandavo cv quasi ovunque, ogni tanto pensavo sarebbe stato impossibile riuscire, in un momento così.
E invece no. Da circa 1 mese lavoro in una società di consulenza strategica, proprio nella banca (fatalità) nella quale avrei desiderato lavorare.
E' vero, con questa crisi orribile molte porte sono chiuse, ma con coraggio ho provato ad entrare da una finestra.
Su cosa ho puntato? Solo su una cosa, sullo studio: 5 anni di università vissuti non solo studiando libri e slide, ma soprattutto cercando di comprendere, con passione, il mondo che stavo studiando.
Ebbene questo mi ha aiutato. Questo mi ha permesso di vincere la crisi.
Certo, so bene che la fortuna non mi ha abbandonato mai e ringrazio davvero la vita per avermi dato la possibilità di farla fruttare. La fortuna però, senza forza e senza determinazione, non mi avrebbe condotta da nessuna parte.
Astraendo un po' dalla mia esperienza personale, penso che sia possibile trasferire ciò che ho imparato anche all'Italia.
L'Italia vive un momento terribile, è frenata da numerose e pesanti inefficienze, corruzione, clientelismi, favoritismi, pressione fiscale enorme, sprechi, malagestione sono solo alcuni dei grandissimi massi che frenano la ripresa.
In Italia però, per fortuna, non c'è solo questo. La ricchezza più grande dell'Italia sono le persone, giovani e non giovani, che nonostante sappiano quanto sia difficile vincere la crisi, provano a farlo ogni giorno, ognuno nel proprio ambito.
Ci sono imprenditori che nella difficoltà cercano soluzioni per ripartire, per rilanciarsi, innovano, creano.
Ci sono imprenditori che mettono l'azienda e i propri dipendenti davanti a tutto, in enorme difficoltà, che non vanno lasciati soli ma sostenuti.
Ci sono milioni di persone qui in Italia che nel proprio ruolo, ovunque tale ruolo sia, danno il massimo.
Queste persone esistono.
Sono molto contenta di aver letto questa domanda.. Complimenti a VirusRai2!
La crisi è tremenda, vincerla sembra quasi impossibile ma cercare soluzioni, per noi stessi e per il nostro Paese, è ciò che dobbiamo fare.... l'unica strada per non veder morire la nostra vita e la nostra Italia è puntare su chi ancora ci crede.
Buona serata a tutti!!
Torno al lavoro. Faccio orari molto pesanti, tutte le sere non rientro a casa prima delle 21.30, ma sono soddisfatta e serena: puntare su di me durante questa crisi mi ha consentito di vincerla e, ovviamente, auguro a tante altre persone di riuscire a farlo, nel loro piccolo, nel loro mondo, anche qui, in Italia.
Leggo questa domanda scorrendo rapidamente la mia Home di Twitter, durante una veloce pausa caffè.
E' una domanda posta da @VirusRai2, account del talkshow condotto da Nicola Porro su Rai 2, in onda venerdì sera.
Sono molto contenta di leggere questa domanda, dopo serate trascorse a vedere ore ed ore di programmi (su diversi canali) fondati sul mostrare il lato terribile della crisi, che purtroppo sta portando molte persone e molte imprese nella più totale difficoltà, programmi interessanti, ma spesso deprimenti, dove si mostra solo ciò che va sempre più peggio e sembra quasi impossibile veder qualcosa di buono, qualcosa di migliorabile. Sembriamo sempre più inermi di fronte al PIL che crolla, le tasse che aumentano, l'incertezza politica e la perdita quasi totale di speranza.
L'Italia e tutti noi, eppure, abbiamo proprio bisogno di sperare. Cercare delle soluzioni x il nostro futuro è l'unico modo per avere un futuro.
In Italia tutto sembra terribilmente difficile.
Vincere la crisi è estremamente dura ed è una vittoria che l'Italia può fare in un solo modo: restando unita e puntando su ciò che di buono e di forte ancora vive in lei.
Parlo dei giovani. E' solo un esempio.
I giovani sono immersi in un momento difficilissimo, col mercato del lavoro bloccato. La paura per il domani è fortissima.
Parlo di me, in questo post, per rispondere a quella domanda.
In questa situazione, io, nel mio piccolo e personale percorso di vita, ho cercato di vincere la crisi, almeno per me, e l'ho vinta.
La crisi finanziaria ha iniziato a farsi sentire proprio alla fine del 2007, quando ho iniziato a studiare Scienze Bancarie, finanziarie e assicurative.
Mi sono laureata lo scorso anno, in uno dei momenti peggiori per l'economia italiana.
Non conoscevo nessuno che mi potesse aiutare, in un Paese dove, non si può non ammetterlo, spesso le conoscenze di qualcuno contano molto più che le conoscenze di qualcosa.
Ebbene, non mi sono fatta convincere che qui in Italia il merito fosse inutile. Emerge difficilmente, ma può emergere.
Il mio desiderio era lavorare in banca. In questo momento orribile per l'occupazione anche nel settore finanziario, mandavo cv quasi ovunque, ogni tanto pensavo sarebbe stato impossibile riuscire, in un momento così.
E invece no. Da circa 1 mese lavoro in una società di consulenza strategica, proprio nella banca (fatalità) nella quale avrei desiderato lavorare.
E' vero, con questa crisi orribile molte porte sono chiuse, ma con coraggio ho provato ad entrare da una finestra.
Su cosa ho puntato? Solo su una cosa, sullo studio: 5 anni di università vissuti non solo studiando libri e slide, ma soprattutto cercando di comprendere, con passione, il mondo che stavo studiando.
Ebbene questo mi ha aiutato. Questo mi ha permesso di vincere la crisi.
Certo, so bene che la fortuna non mi ha abbandonato mai e ringrazio davvero la vita per avermi dato la possibilità di farla fruttare. La fortuna però, senza forza e senza determinazione, non mi avrebbe condotta da nessuna parte.
Astraendo un po' dalla mia esperienza personale, penso che sia possibile trasferire ciò che ho imparato anche all'Italia.
L'Italia vive un momento terribile, è frenata da numerose e pesanti inefficienze, corruzione, clientelismi, favoritismi, pressione fiscale enorme, sprechi, malagestione sono solo alcuni dei grandissimi massi che frenano la ripresa.
In Italia però, per fortuna, non c'è solo questo. La ricchezza più grande dell'Italia sono le persone, giovani e non giovani, che nonostante sappiano quanto sia difficile vincere la crisi, provano a farlo ogni giorno, ognuno nel proprio ambito.
Ci sono imprenditori che nella difficoltà cercano soluzioni per ripartire, per rilanciarsi, innovano, creano.
Ci sono imprenditori che mettono l'azienda e i propri dipendenti davanti a tutto, in enorme difficoltà, che non vanno lasciati soli ma sostenuti.
Ci sono milioni di persone qui in Italia che nel proprio ruolo, ovunque tale ruolo sia, danno il massimo.
Queste persone esistono.
Sono molto contenta di aver letto questa domanda.. Complimenti a VirusRai2!
La crisi è tremenda, vincerla sembra quasi impossibile ma cercare soluzioni, per noi stessi e per il nostro Paese, è ciò che dobbiamo fare.... l'unica strada per non veder morire la nostra vita e la nostra Italia è puntare su chi ancora ci crede.
Buona serata a tutti!!
Torno al lavoro. Faccio orari molto pesanti, tutte le sere non rientro a casa prima delle 21.30, ma sono soddisfatta e serena: puntare su di me durante questa crisi mi ha consentito di vincerla e, ovviamente, auguro a tante altre persone di riuscire a farlo, nel loro piccolo, nel loro mondo, anche qui, in Italia.
mercoledì 2 ottobre 2013
Non mollare... Le soddisfazioni arrivano, inaspettate, se ci credi... e stravolgono tutto
Buonasera.
Sono le 22.49 e sono rientrata a casa dal lavoro da meno di un'ora, dopo veloce cena al Mc...
Da qualche settimana sono entrata in una società di consulenza direzionale-strategica, avente come clienti principalmente banche e, i ritmi di lavoro, sono molto forti. Ogni giorno, a partire dalle 9 di mattina, presentazioni power point, file excel e documenti da leggere accompagnano le mie giornate per molte molte ore, fino a quando il sole su Milano non è tramontato.
Beh che dire, io al momento sono molto molto felice.
In un contesto come quello che tutti stiamo vivendo, con un'Italia stretta nella morsa di una crisi sempre più forte, popolata di persone che la amano, ma spesso guidata in modo non molto efficiente ed efficace (per non essere troppo "politicamente scorretti") aver trovato un lavoro che mi piace e mi soddisfa mi rende davvero orgogliosa.
Negli ultimi mesi, non lo nego, anche io ho vissuto dei momenti di disorientamento.
Dopo la laurea sono stata per circa un anno stagista presso la Camera di Commercio di Milano, che sempre ricorderò con affetto e stima... un'Istituzione molto prestigiosa e soprattutto molto attiva per favorire lo sviluppo e il rafforzamento del sistema economico locale.
Ho anche tentato un concorso presso la nostra banca centrale, a Roma, non andato a buon fine...
Nel corso dei mesi, mandando decine e decine di cv ogni giorno, tra colloqui e colloqui (senza chiamate successive), iniziavo a perdere la fiducia.
Poi però tra i tanti CV inviati senza tregua e i tanti colloqui ho trovato la mia strada e nei prossimi mesi sarò impegnata in prima linea in progetti nel mondo bancario e finanziario, con quotidiane sfide, incontri, contatti...
In pochi giorni ho imparato una marea di nuove nozioni, tecniche, modalità di comunicazione, strumenti...
Mi piace molto tutto ciò.
Con questo post frenetico vorrei solo lanciare un semplicissimo messaggio questa sera.
Capisco chi ha voluto orientare la propria vita al di fuori dell'Italia: non di rado anche io ho pensato di andarmene e non posso negare lo farò magari in futuro, magari per un periodo.
Sono le 22.49 e sono rientrata a casa dal lavoro da meno di un'ora, dopo veloce cena al Mc...
Da qualche settimana sono entrata in una società di consulenza direzionale-strategica, avente come clienti principalmente banche e, i ritmi di lavoro, sono molto forti. Ogni giorno, a partire dalle 9 di mattina, presentazioni power point, file excel e documenti da leggere accompagnano le mie giornate per molte molte ore, fino a quando il sole su Milano non è tramontato.
Beh che dire, io al momento sono molto molto felice.
In un contesto come quello che tutti stiamo vivendo, con un'Italia stretta nella morsa di una crisi sempre più forte, popolata di persone che la amano, ma spesso guidata in modo non molto efficiente ed efficace (per non essere troppo "politicamente scorretti") aver trovato un lavoro che mi piace e mi soddisfa mi rende davvero orgogliosa.
Negli ultimi mesi, non lo nego, anche io ho vissuto dei momenti di disorientamento.
Dopo la laurea sono stata per circa un anno stagista presso la Camera di Commercio di Milano, che sempre ricorderò con affetto e stima... un'Istituzione molto prestigiosa e soprattutto molto attiva per favorire lo sviluppo e il rafforzamento del sistema economico locale.
Ho anche tentato un concorso presso la nostra banca centrale, a Roma, non andato a buon fine...
Nel corso dei mesi, mandando decine e decine di cv ogni giorno, tra colloqui e colloqui (senza chiamate successive), iniziavo a perdere la fiducia.
Poi però tra i tanti CV inviati senza tregua e i tanti colloqui ho trovato la mia strada e nei prossimi mesi sarò impegnata in prima linea in progetti nel mondo bancario e finanziario, con quotidiane sfide, incontri, contatti...
In pochi giorni ho imparato una marea di nuove nozioni, tecniche, modalità di comunicazione, strumenti...
Mi piace molto tutto ciò.
Con questo post frenetico vorrei solo lanciare un semplicissimo messaggio questa sera.
Non arrendetevi!!!
Mi rivolgo ai giovani come me, ma anche a tutti coloro che vivono un momento di disorientamento.
In questi ultimi anni ho imparato che l'investimento più grande che si può fare è su se stessi!
Quante giornate e quante notti passate a realizzare riassunti dei libri e delle lezioni universitarie, per prepararmi al meglio per gli esami... Quanta ansia nell'attesa dei voti...
Io parlo della mia esperienza personale, ma ognuno ha la propria, ugualmente preziosa.
Il momento che stiamo attraversando è estremamente difficile e mi spiace davvero molto leggere i dati relativi alla disoccupazione diffusi periodicamente dall'Istat. Sono allucinanti, come allucinante è il disorientamento di chi, trovando soluzioni per ridurre spesa improduttiva e tasse, dovrebbe favorire il rilancio dei consumi, degli investimenti, delle imprese, del lavoro....
Il momento è terribile, ma in questo momento credo mollare sia la cosa piu sbagliata.
Capisco chi ha voluto orientare la propria vita al di fuori dell'Italia: non di rado anche io ho pensato di andarmene e non posso negare lo farò magari in futuro, magari per un periodo.
Credere nell'Italia però dovrebbe rimanere... e soprattutto CREDERE IN SE STESSI.
Investiamo su di noi e sulle nostre vite.
Io in questo post volevo esprimere la mia soddisfazione per la strada imboccata da qualche settimana.
Sono consapevole che non sarà facile percorrerla: ogni giorno ci saranno ostacoli da superare, scalini da salire, dubbi, obiettivi, impegni... .. ma sicuramente ne varrà la pena...
Ho avuto una fortuna immensa e ho tantissima voglia di fare.... e auguro a tutti i lettori di questo post di avere tutto ciò... e anche a chi non lo legge, ma si trova disorientato, in questa Italia che ormai è come una zattera in mezzo all'oceano, senza una meta sicura...
Buona fortuna a tutti!!!
Non posso non ringraziare Milano, città che mi sta donando ancora un'ottima opportunità e che adoro... L'ho scelta come città in cui studiare e da sempre ho desiderato viverci... Sicuramente avrà 1000 difetti e in 1000 questioni meriterebbe dei miglioramenti, ma uscire la sera dal lavoro e nel buio vedere il Duomo illuminato non ha prezzo. Grazie Milano!!! Grazie di tutto!!!
mercoledì 25 settembre 2013
Le donne non hanno bisogno di pubblicità per emergere
Da poco tempo ho iniziato una nuova esperienza lavorativa molto impegnativa e, di conseguenza, seguire le notizie mi risulta meno semplice e anche per aggiornare il blog non ho sempre molto tempo.
Stasera però, scorrendo la mia Home di Twitter, ho notato un argomento che mi ha colpito e subito la voglia di scrivere ha prevalso su tutto il resto.
Sull'onda delle parole espresse dalla Presidente della Camera Boldrini, ho notato diversi commenti riguardanti il ruolo della donna mostrato nelle pubblicità, che spesso la presentano dedita nelle attività domestiche, come responsabile della cucina e della tenuta della casa.
Non posso non ammettere che molto spesso gli spot e le inserzioni promozionali sui mass media risultano banali e scontati, non c'è dubbio, seguono "luoghi comuni" ed "immagini" che rimangono immutati negli anni, spesso non accorgendosi dei cambiamenti nella società.
La donna, però, non credo abbia bisogno di pubblicità per emergere.
Guardando all'Italia, rappresentata dal Presidente Boldrini sicuramente esistono dei gap rilevanti, soprattutto nel mondo lavorativo, tra donne e uomini.
Questa situazione di discrepanza, tuttavia, non credo sia derminata dagli spot pubblicitari, quanto piuttosto da una scarsità (e in certi casi assenza) di misure volte a conciliare, per le donne (e anche per gli uomini) i vari aspetti della vita.
Le donne (in Italia) negli ultimi decenni hanno iniziato ad affrontare mediamente percorsi formativi, accademici e professionali di livello pari a quello degli uomini e, spesso, non hanno nessunissima voglia di sentir ancora parlare di "sessismo", "maschilismo" e "femminismo".
Le donne hanno una grande forza di volontà, anche se permangono situazioni di difficoltà occupazionale in molte parti del Paese, aggravate dalla crisi economica che sta pesando sul Lavoro, sia maschile che femminile.
Quello che mi piacerebbe sentire da parte della Presidente Boldrini, e di tutti coloro che ci rappresentano, sarebbe non tanto una preoccupazione sulle pubblicità, sui mass media, sulla comunicazione, ma piuttosto una preoccupazione su come favorire una affermazione delle donne nel mondo lavorativo, cosiccome degli uomini, con un occhio di riguardo sulle tematiche riguardanti la conciliazione degli impegni professionali (sempre più pressanti) con la vita privata e familiare.
Piuttosto che riflettere sulle pubblicità delle merendine o dei prodotti alimentari e di pulizia, perchè non riflettiamo seriamente su cosa le nostre città e i nostri paesi offrono per venire incontro a tutte quelle donne che non vogliono rinunciare alla propria carriera professionale, ma neppure rinunciare alla propria famiglia e alla propria vita privata?
Nel mondo del lavoro tra le persone neoassunte le donne rappresentano una quota sempre maggiore, soprattutto in certi settori, soprattutto al nord, come anche tra i laureati di eccellenza o tra i lavoratori specializzati.
La distinzione tra uomo e donna nelle nostre menti non è dettata dalle pubblicità, ma spesso dall'assenza di politiche concrete che mirino ad eliminarla!
Parlo da giovane lavoratrice, da poco uscita dal mio percorso accademico e da poco entrata in una nuova esperienza professionale molto impegnativa. Nella mia vita vorrei poter non rinunciare a niente. Spero la mia carriera e la mia famiglia (quella di origine e quella che spero costruirò in fururo) possano convivere. Quello che vorrei è che questo fosse possibile per tante donne e tanti uomini come me, lungo tutta la Penisola... e renderlo possibile credo sia il compito di chi ha il compito di governarci e rappresentarci.. pubblicità a parte.
giovedì 29 agosto 2013
Ciao Camcom... con qualche pensiero....
La notte prima dell'ultimo giorno di scuola, la notte prima dell'ultimo giorno di liceo, la notte prima della laurea sono notti particolari, come tutte le notti dopo un periodo più o meno lungo della propria vita, come tutte le notti nelle quali termina una strada, percorsa passo dopo passo tutta d'un fiato, e ci si chiede dove condurranno i passi successivi. Voltandosi indietro si vedono tante piccole montagne, nella mente scorrono immagini, spesso in ordine casuale, ricordi di momenti, persone, pensieri e contemporaneamente domande, dubbi, paure e speranze si intrecciano.
Questa per me sarà una notte così. Sarà una di quelle notti trascorse tentando di dormire, ma nelle quali dormire in fondo è molto difficile e forse toglierebbe un po' quella magia, rara, che in certi momenti della propria vita si riesce ancora a sentire.
Domani mattina, per l'ultima volta, raggiungerò la mia postazione nell'ufficio in cui ho trascorso gli ultimi 12 mesi.
E' passato già un anno dallo scorso settembre quando, poche settimane prima di concludere il mio percorso accademico, ho iniziato il mio stage presso l'Ufficio Credito della Camera di Commercio di Milano.
E' stato un anno importante, sicuramente. Un anno pieno.
Giorno dopo giorno ho imparato moltissimo. Ho imparato soprattutto a conoscere me stessa sotto un aspetto diverso, alle prese con la mia prima vera esperienza lavorativa, con i miei primi veri colleghi, il mio primo vero responsabile, le mie prime vere responsabilità.
E' stato un anno bello e ricco, in un bell'ambiente, con delle belle persone. Lo dico col cuore, davvero. Certamente ci sono state giornate nelle quali qualcosa non è andato alla perfezione e momenti di difficoltà, ma tutto in un contesto molto positivo e, sicuramente, utile come prima fondamentale tappa della mia strada lavorativa.
Da domani, timbrando il mio badge, ricomincerò a camminare e spero di scoprire presto dove mi condurranno da ora in poi i miei passi.
Sicuramente, in tutto ciò che farò, spero di riuscire a mettere tutta la mia passione, la mia voglia di fare, la mia grinta. In questi mesi queste 3 cose mi hanno aiutato moltissimo, anche quando magari non sono riuscita a farle trasparire come avrei voluto, loro ci sono sempre state.
Prima di concludere, non posso non ringraziare tutti coloro che in questo anno hanno condiviso con me sorrisi, nervosismo, risate, battute, momenti di concentrazione, pause pranzo, caffè, presentazioni power point, file excel, pensieri, sensazioni....
Un grazie enorme ai miei colleghi, tutti.... Un grazie al mio responsabile, che sicuramente mi ha aiutato a crescere, supportandomi nel mio primo ingresso nel mondo del lavoro... Un grazie a tutti gli amici conosciuti, con un grosso in bocca al lupo per il loro futuro, con la speranza di rivederli, anche se non saremo più lì in via Meravigli, insieme.
Grazie alla Camera di Commercio di Milano. Sono orgogliosa di aver fatto parte di questa Istituzione, anche se per un periodo limitato di tempo. Un grosso augurio anche a Lei e a tutti i colleghi che continueranno a farne parte... Un augurio perchè in un contesto economico così difficile possa continuare nel suo ruolo di supporto allo sviluppo e alla vita del sistema imprenditoriale milanese, mantenendo sempre quel grado di innovatività che la contraddistingue e la rende importante.
Ciao Camcom!!!
Ciao a tutti!
Questa per me sarà una notte così. Sarà una di quelle notti trascorse tentando di dormire, ma nelle quali dormire in fondo è molto difficile e forse toglierebbe un po' quella magia, rara, che in certi momenti della propria vita si riesce ancora a sentire.
Domani mattina, per l'ultima volta, raggiungerò la mia postazione nell'ufficio in cui ho trascorso gli ultimi 12 mesi.
E' passato già un anno dallo scorso settembre quando, poche settimane prima di concludere il mio percorso accademico, ho iniziato il mio stage presso l'Ufficio Credito della Camera di Commercio di Milano.
E' stato un anno importante, sicuramente. Un anno pieno.
Giorno dopo giorno ho imparato moltissimo. Ho imparato soprattutto a conoscere me stessa sotto un aspetto diverso, alle prese con la mia prima vera esperienza lavorativa, con i miei primi veri colleghi, il mio primo vero responsabile, le mie prime vere responsabilità.
E' stato un anno bello e ricco, in un bell'ambiente, con delle belle persone. Lo dico col cuore, davvero. Certamente ci sono state giornate nelle quali qualcosa non è andato alla perfezione e momenti di difficoltà, ma tutto in un contesto molto positivo e, sicuramente, utile come prima fondamentale tappa della mia strada lavorativa.
Da domani, timbrando il mio badge, ricomincerò a camminare e spero di scoprire presto dove mi condurranno da ora in poi i miei passi.
Sicuramente, in tutto ciò che farò, spero di riuscire a mettere tutta la mia passione, la mia voglia di fare, la mia grinta. In questi mesi queste 3 cose mi hanno aiutato moltissimo, anche quando magari non sono riuscita a farle trasparire come avrei voluto, loro ci sono sempre state.
Prima di concludere, non posso non ringraziare tutti coloro che in questo anno hanno condiviso con me sorrisi, nervosismo, risate, battute, momenti di concentrazione, pause pranzo, caffè, presentazioni power point, file excel, pensieri, sensazioni....
Un grazie enorme ai miei colleghi, tutti.... Un grazie al mio responsabile, che sicuramente mi ha aiutato a crescere, supportandomi nel mio primo ingresso nel mondo del lavoro... Un grazie a tutti gli amici conosciuti, con un grosso in bocca al lupo per il loro futuro, con la speranza di rivederli, anche se non saremo più lì in via Meravigli, insieme.
Grazie alla Camera di Commercio di Milano. Sono orgogliosa di aver fatto parte di questa Istituzione, anche se per un periodo limitato di tempo. Un grosso augurio anche a Lei e a tutti i colleghi che continueranno a farne parte... Un augurio perchè in un contesto economico così difficile possa continuare nel suo ruolo di supporto allo sviluppo e alla vita del sistema imprenditoriale milanese, mantenendo sempre quel grado di innovatività che la contraddistingue e la rende importante.
Ciao Camcom!!!
Ciao a tutti!
mercoledì 31 luglio 2013
Il principio della rana bollita - Noam Chomsky
Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana.
Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare.
La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa.
L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita.
Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.
Questa esperienza mostra che – quando un cambiamento si effettua in maniera sufficientemente lenta – sfugge alla coscienza e non suscita – per la maggior parte del tempo – nessuna reazione, nessuna opposizione, nessuna rivolta.
Se guardiamo ciò che succede nella nostra società da alcuni decenni, ci accorgiamo che stiamo subiamo una lenta deriva alla quale ci abituiamo. Un sacco di cose, che ci avrebbero fatto orrore 20, 30 o 40 anni fa, a poco a poco sono diventate banali, edulcorate e – oggi – ci disturbano solo leggermente o lasciano decisamente indifferenti la gran parte delle persone. In nome del progresso e della scienza, i peggiori attentati alle libertà individuali, alla dignità della persona, all’integrità della natura, alla bellezza ed alla felicità di vivere, si effettuano lentamente ed inesorabilmente con la complicità costante delle vittime, ignoranti o sprovvedute.
I foschi presagi annunciati per il futuro, anziché suscitare delle reazioni e delle misure preventive, non fanno altro che preparare psicologicamente il popolo ad accettare le condizioni di vita decadenti, perfino drammatiche.
Il permanente ingozzamento di informazioni da parte dei media satura i cervelli che non riescono più a discernere, a pensare con la loro testa.
Allora se non siete come la rana, già mezzo bolliti, date il colpo di zampa salutare, prima che sia troppo tardi
Fonte: http://eccocosavedo.blogspot.it/, storiella trovata su http://informatitalia.blogspot.it/2013/07/il-principio-della-rana-bollita-noam.html
lunedì 29 luglio 2013
Silenzio e rispetto. Solidarietà e preghiera.
La scorsa notte è accaduta una tragedia.
Il bilancio delle vittime dell'orribile incidente è sulle prime pagine di tutti i giornali.
Online, sui siti dei principali quotidiani, è possibile osservare dei Fotoreportage impressionanti.
C'è una continua ricerca di immagini sempre più invadenti, nel dolore, nella distruzione, nella morte e nel sangue... Immagini che sembrano essere diventate per noi essenziali, per poter percepire le sensazioni di un dramma così grande.
A volte forse, in determinate circostanze, dovremmo tornare ad essere capaci di riflettere e metabolizzare un dolore così immenso dentro di noi, senza spettacolarizzare il dramma. I giornalisti fanno il loro mestiere, presentare le notizie, ma forse a volte troppe immagini e troppe parole, almeno a mio parere, potrebbero essere evitate.
A volte forse, in determinate circostanze, sarebbe meglio non parlare troppo, non scrivere troppo, non fotografare troppo... il silenzio e il rispetto dovrebbero prevalere, per le vittime, per chi le amava e per tutti noi che assistiamo, inermi, ad eventi così catastrofici e così drammatici.
Tra pochi giorni inizieremo a vedere sui giornali e in televisione il racconto dettagliato della vita di quelle persone. Inizieremo a scavare dentro la tragedia, conosceremo tutti i particolari del loro viaggio e continueremo a vedere immagini sempre più strazianti di sofferenza.
Il silenzio e il rispetto forse sarebbero ciò che tutti coloro che sono stati coinvolti in questo orribile fatto meriterebbero. E anche noi, per metabolizzare, forse riusciremmo a riflettere meglio, anche senza vedere le bare chiuse accanto ai corpi insanguinati coperti da lenzuoli bianchi.
.............
Dalle pagine del mio blog intendo manifestare la mia più forte vicinanza, mentale e spirituale, a tutti coloro che da ieri notte hanno perduto la loro vita o stanno soffrendo, a tutti i feriti e a tutti coloro che piangono le loro vittime.
Silenzio e rispetto. Solidarietà e preghiera.
Le uniche parole che mi sento di esprimere davanti a tutto ciò sono queste, condividendo una sola immagine.
domenica 28 luglio 2013
Milano, dove sei?
Vivo a Milano da quasi 6 anni ormai, prima per studio e ora per lavoro.
Non mi era mai capitato di trascorrere gran parte dell'estate qui, con le strade e i mezzi pubblici quasi deserti, soprattutto nei weekend, e il centro pieno di tanti turisti, che passeggiano, fotografano e ammirano la nostre nostre piazze e i nostri monumenti.
Ebbene, ieri pomeriggio, nonostante il caldo afoso, ho pensato di trascorrere anch'io qualche ora passeggiando per le vie di quella che, alle tante persone provenienti dalle tanti parti del mondo, è nota come la "città della moda, del fashion, del gusto e dell'eleganza".
Ecco alcune immagini che ho potuto scattare con il mio smartphone, una "cartolina da Milano" che tanti di quei turisti porteranno nei loro ricordi e che, probabilmente, mostreranno ai loro amici una volta tornati nei loro Paesi, spesso molto lontani.
Questa è Milano, sempre più sporca, sempre meno luccicante e sempre più grigia, e non per la nebbia...
La foto grande è stata scattata in pieno giorno davanti ad uno dei Palazzi più importanti, antichi e prestigiosi di Milano, Palazzo Giureconsulti (Palazzo Giureconsulti).
Osservare certe schifezze, prodotto sicuramente della maleducazione di tante persone, ma anche della mancata pulizia, non lascia certo un bel ricordo del nostro centro storico.
Le altre 3 immagini sono state scattate, a debita distanza ovviamente, sempre in pieno giorno e sempre nel cuore della città: sotto la Loggia di Piazza dei Mercanti, in zona Porta Garibaldi - Isola (sotto i nuovi luccicanti palazzi) e in via Manzoni, a 2 passi da via Montenapoleone, dalle vetrine del nostro Made in Italy e dei tanti marchi del lusso che negli ultimi anni attirano consumatori e turisti provenienti da ogni angolo del mondo, anche dai piu lontani.
Ecco questo è quello che tutti loro vedono.
Ma non è finita.
Sempre ieri pomeriggio, passeggiando per Corso Vittorio Emanuele, la grande via dello shopping che da Piazza Duomo conduce a Piazza San Babila, ho contato 12, ma forse erano di più, gruppetti di artisti di strada di ogni genere che letteralmente urlavano, cantavano a squarcia gola, battevano mani, suonavano tamburi, organizzavano balli e spettacoli, con persone urlanti tutte raggruppate intorno, molti con lattine di bibite e birra in mano che puntualmente abbandonavano poi sulle panchine o ai bordi della strada.
Un frastuono assurdo... un caos.. anarchia... questo era ciò che si percepiva.
Milano, dove sei?
6 anni fa ho deciso di lasciare il mio Lago di Garda per venire a Milano, città che da sempre adoro e che avevo scelto per i miei studi universitari fin da quando ero piccolina e, con i miei genitori, ci passavo più volte l'anno, purtroppo non per bei motivi...
Di Milano mi colpiscono da sempre la sua grande vitalità e la dinamicità della sua gente, il suo continuo ed incessante movimento ed il suo essere brillante, sempre, mai ferma e mai noiosa, nonostante molti la associno semplicemente a nebbia e grigio.
Milano era ed è splendida, per chi è ha voglia di sintonizzarsi con lei, ne sono convinta. Ecco perchè vedendola ridotta cosi e vedendola peggiorare sensibilimente di giorno in giorno mi si stringe il cuore, letteralmente.
Sono contenta quando vedo che si stanno facendo dei lavori, per migliorare la viabilità e per costruire nuovi palazzi... sono contenta perchè mi rendo conto che Milano è una città antica, molto, ma anche incessantemente proiettata verso il futuro...è tradizione e innovazione, è cultura e incontro di culture, è italiana e globale , tutto nello stesso tempo...
Ed è cosi che voglio pensare Milano, ed è per questo che mi piacerebbe vedere, da parte di chi ne è responsabile, un po' più di amore verso di lei.
Lasciamo stare i discorsi politici, i discorsi sull'amministrazione locale... ci sarebbero tanti punti su cui soffermarsi... io parlo semplicemente da cittadina, di una città che adoro e che vorrei veder tornare a sorridere.
Il bello c'è ancora ed è immenso a Milano... ora arriva anche l'Expo, che tra polemiche e opinioni contrastanti sarà comunque un'occasione in cui gli occhi del mondo saranno puntati sulla città...
Che immagine vogliamo lasciare?
Qual è la "cartolina da Milano" che vorremmo portassero nei loro ricordi e nei loro Paesi le migliaia di persone che percorrono le sue strade, arrivano nelle sue stazioni, prendono i suoi mezzi?
Io voglio essere fiduciosa... voglio una città che guardi al futuro, spero che il mio futuro possa continuare ad essere vissuto tra le sue vie e spero di poter vedere Milano all'altezza di ciò che è e non piegata in un declino che, con la sua ricchezza, culturale prima che finanziaria, le fa un torto enorme.
Non mi era mai capitato di trascorrere gran parte dell'estate qui, con le strade e i mezzi pubblici quasi deserti, soprattutto nei weekend, e il centro pieno di tanti turisti, che passeggiano, fotografano e ammirano la nostre nostre piazze e i nostri monumenti.
Ebbene, ieri pomeriggio, nonostante il caldo afoso, ho pensato di trascorrere anch'io qualche ora passeggiando per le vie di quella che, alle tante persone provenienti dalle tanti parti del mondo, è nota come la "città della moda, del fashion, del gusto e dell'eleganza".
Ecco alcune immagini che ho potuto scattare con il mio smartphone, una "cartolina da Milano" che tanti di quei turisti porteranno nei loro ricordi e che, probabilmente, mostreranno ai loro amici una volta tornati nei loro Paesi, spesso molto lontani.
Questa è Milano, sempre più sporca, sempre meno luccicante e sempre più grigia, e non per la nebbia...
La foto grande è stata scattata in pieno giorno davanti ad uno dei Palazzi più importanti, antichi e prestigiosi di Milano, Palazzo Giureconsulti (Palazzo Giureconsulti).
Osservare certe schifezze, prodotto sicuramente della maleducazione di tante persone, ma anche della mancata pulizia, non lascia certo un bel ricordo del nostro centro storico.
Le altre 3 immagini sono state scattate, a debita distanza ovviamente, sempre in pieno giorno e sempre nel cuore della città: sotto la Loggia di Piazza dei Mercanti, in zona Porta Garibaldi - Isola (sotto i nuovi luccicanti palazzi) e in via Manzoni, a 2 passi da via Montenapoleone, dalle vetrine del nostro Made in Italy e dei tanti marchi del lusso che negli ultimi anni attirano consumatori e turisti provenienti da ogni angolo del mondo, anche dai piu lontani.
Ecco questo è quello che tutti loro vedono.
Ma non è finita.
Sempre ieri pomeriggio, passeggiando per Corso Vittorio Emanuele, la grande via dello shopping che da Piazza Duomo conduce a Piazza San Babila, ho contato 12, ma forse erano di più, gruppetti di artisti di strada di ogni genere che letteralmente urlavano, cantavano a squarcia gola, battevano mani, suonavano tamburi, organizzavano balli e spettacoli, con persone urlanti tutte raggruppate intorno, molti con lattine di bibite e birra in mano che puntualmente abbandonavano poi sulle panchine o ai bordi della strada.
Un frastuono assurdo... un caos.. anarchia... questo era ciò che si percepiva.
Milano, dove sei?
6 anni fa ho deciso di lasciare il mio Lago di Garda per venire a Milano, città che da sempre adoro e che avevo scelto per i miei studi universitari fin da quando ero piccolina e, con i miei genitori, ci passavo più volte l'anno, purtroppo non per bei motivi...
Di Milano mi colpiscono da sempre la sua grande vitalità e la dinamicità della sua gente, il suo continuo ed incessante movimento ed il suo essere brillante, sempre, mai ferma e mai noiosa, nonostante molti la associno semplicemente a nebbia e grigio.
Milano era ed è splendida, per chi è ha voglia di sintonizzarsi con lei, ne sono convinta. Ecco perchè vedendola ridotta cosi e vedendola peggiorare sensibilimente di giorno in giorno mi si stringe il cuore, letteralmente.
Sono contenta quando vedo che si stanno facendo dei lavori, per migliorare la viabilità e per costruire nuovi palazzi... sono contenta perchè mi rendo conto che Milano è una città antica, molto, ma anche incessantemente proiettata verso il futuro...è tradizione e innovazione, è cultura e incontro di culture, è italiana e globale , tutto nello stesso tempo...
Ed è cosi che voglio pensare Milano, ed è per questo che mi piacerebbe vedere, da parte di chi ne è responsabile, un po' più di amore verso di lei.
Lasciamo stare i discorsi politici, i discorsi sull'amministrazione locale... ci sarebbero tanti punti su cui soffermarsi... io parlo semplicemente da cittadina, di una città che adoro e che vorrei veder tornare a sorridere.
Il bello c'è ancora ed è immenso a Milano... ora arriva anche l'Expo, che tra polemiche e opinioni contrastanti sarà comunque un'occasione in cui gli occhi del mondo saranno puntati sulla città...
Che immagine vogliamo lasciare?
Qual è la "cartolina da Milano" che vorremmo portassero nei loro ricordi e nei loro Paesi le migliaia di persone che percorrono le sue strade, arrivano nelle sue stazioni, prendono i suoi mezzi?
Io voglio essere fiduciosa... voglio una città che guardi al futuro, spero che il mio futuro possa continuare ad essere vissuto tra le sue vie e spero di poter vedere Milano all'altezza di ciò che è e non piegata in un declino che, con la sua ricchezza, culturale prima che finanziaria, le fa un torto enorme.
Buona domenica a tutti coloro che come me sono innamorati, nonostante tutto, di Milano!
venerdì 19 luglio 2013
Due questioni ed alcune domande (con rabbia annessa)
Oggi sono due le notizie che mi hanno colpita, due le questioni di cui ora voglio scrivere.
La prima questione è quella che ha coinvolto Dolce&Gabbana, grande marchio del Made in Italy, che rappresenta il nostro Paese nel mondo e che attira nella città di Milano, e in Italia, turisti, acquirenti e capitali da ogni parte del globo.
Un'accusa per evasione fiscale ed un iter giudiziario in corso.
Chi evade, chi ruba, chi commette irregolarità è giusto che venga processato e, alla fine dell'ultimo grado di giudizio, condannato se ritenuto colpevole.
Che senso ha, però, che un Comune come Milano neghi i propri spazi ad un marchio che, nelle nostre strade e nelle nostre città, crea ricchezza, crea posti di lavoro e crea immagine?
Il settore della moda non sta benissimo dopo tutti questi anni di crisi, ma sicuramente contribuisce a contenere la contrazione del nostro PIL per il grande prestigio della nostra Moda nei Paesi che attualmente stanno crescendo, lontani e ricchi (soprattutto nel segmento lusso e fashion, mentre in retail arranca fortemente).
In via Montenapoleone e in via Della Spiga, cuore del fashion milanese e italiano, anni fa non si vedevano etichette con sconti e offerte: oggi invece anche lì ci sono cartellini con il 40% e 50% di sconto, anche nelle vetrine delle grandi Griffe.
Tali vie oggi sono meno piene di Italiani ed europei, ma sono sempre più piene di cinesi, russi, arabi, persone provenienti da ogni parte del pianeta... desiderose di acquistare i prodotti dell'Italia, provenienti da aree del Mondo in forte crescita, mercati che per le nostre imprese e le nostre Firme rappresentano grandissime opportunità di sbocco e sviluppo.
Un Comune e un Settore Pubblico che, piuttosto che sostenere le aziende che creano ricchezza e speranza in un momento così cupo e difficile, negano spazi x sfilate ed eventi alle firme della nostra moda, non possono godere della mia fiducia e della mia stima.
I tribunali dovrebbero essere il luogo per giudicare chi commette reati e ingiustizie (con tutti i gradi di giudizio previsti dal nostro sistema giudiziario). Che motivo c'è di ostacolare firme che creano lavoro e ricchezza nelle nostre città, con un indotto enorme in termini di creazione di Pil?
Può forse agevolare le tante imprese estere nostre concorrenti? O forse può giovare a quei marchi svenduti proprio da un'Italia con poca visuale e poca intraprendenza a marchi stranieri, contenti di acquistare perle di grande valore da noi poco valorizzate?
La seconda questione che mi ha colpita oggi è quella legata all'assassino di Beatrice, la ragazzina che qualche decina di giorni fa è stata investita da un uomo mentre attraversava la strada in bicicletta. Il ragazzo, marocchino commerciante abusivo, ma a parte questo colpevole della sua morte, è già fuori dal carcere, agli arresti domiciliari, pronto a preparare le valigie per lasciare l'Italia.
Non è un caso isolato, è uno dei tanti casi che sottolineano l'incapacit (almeno a mio parere) della nostra Nazione di garantire sicurezza e fiducia a chi vive onestamente, a causa della forte incertezze delle pene (ormai certezza della non pena) per chi commette reati.
Entrambe le questioni fanno sorgere in me delle domande: a cosa serve avere un Paese?
Un Paese, e le sue Istituzioni, dovrebbero servire per rendere la realtà di coloro che in esso nascono, vivono e transitano (civilmente e rispettando le leggi) migliore.
Chi, piuttosto che puntare sul migliorare l'immagine di sè all'estero (unico canale attualmente di crescita per quanto riguarda i consumi e quindi i possibili ricavi per imprese ed economia), ostacola i grandi marchi, fa a noi del bene?
Il diffondere tra chi vive onestamente e giorno dopo giorno studia, lavora, viaggia, cammina sul nostro territorio la paura, l'insicurezza, il senso di non protezione, è un bel biglietto da visita per l'Italia?
Un Paese che non riesce ad assicurare pene adeguate per reati gravi e ignobili, è un Paese in cui si può continuare ad avere fiducia?
Sono domande.... con un contorno di rabbia... ma con la speranza che prima o poi, evento dopo evento, qualcuno, senza pregidizi e senza blocchi ideologici (e politici), possa comprendere ciò che davvero serve a tutti noi:
Vorrei che chiunque, nel proprio ruolo, potesse perseguirli in uno Stato, l'Italia, che amo, nel quale sono nata e nel quale vorrei continuare a vivere, con l'orgoglio e con la forza che ognicittadino di questa splendida penisola dovrebbe meritare di avere.
Scusate il doppio sfogo-sclero cari lettori del mio blog!!!!
;)
La prima questione è quella che ha coinvolto Dolce&Gabbana, grande marchio del Made in Italy, che rappresenta il nostro Paese nel mondo e che attira nella città di Milano, e in Italia, turisti, acquirenti e capitali da ogni parte del globo.
Un'accusa per evasione fiscale ed un iter giudiziario in corso.
Chi evade, chi ruba, chi commette irregolarità è giusto che venga processato e, alla fine dell'ultimo grado di giudizio, condannato se ritenuto colpevole.
Che senso ha, però, che un Comune come Milano neghi i propri spazi ad un marchio che, nelle nostre strade e nelle nostre città, crea ricchezza, crea posti di lavoro e crea immagine?
Il settore della moda non sta benissimo dopo tutti questi anni di crisi, ma sicuramente contribuisce a contenere la contrazione del nostro PIL per il grande prestigio della nostra Moda nei Paesi che attualmente stanno crescendo, lontani e ricchi (soprattutto nel segmento lusso e fashion, mentre in retail arranca fortemente).
In via Montenapoleone e in via Della Spiga, cuore del fashion milanese e italiano, anni fa non si vedevano etichette con sconti e offerte: oggi invece anche lì ci sono cartellini con il 40% e 50% di sconto, anche nelle vetrine delle grandi Griffe.
Tali vie oggi sono meno piene di Italiani ed europei, ma sono sempre più piene di cinesi, russi, arabi, persone provenienti da ogni parte del pianeta... desiderose di acquistare i prodotti dell'Italia, provenienti da aree del Mondo in forte crescita, mercati che per le nostre imprese e le nostre Firme rappresentano grandissime opportunità di sbocco e sviluppo.
Un Comune e un Settore Pubblico che, piuttosto che sostenere le aziende che creano ricchezza e speranza in un momento così cupo e difficile, negano spazi x sfilate ed eventi alle firme della nostra moda, non possono godere della mia fiducia e della mia stima.
I tribunali dovrebbero essere il luogo per giudicare chi commette reati e ingiustizie (con tutti i gradi di giudizio previsti dal nostro sistema giudiziario). Che motivo c'è di ostacolare firme che creano lavoro e ricchezza nelle nostre città, con un indotto enorme in termini di creazione di Pil?
Può forse agevolare le tante imprese estere nostre concorrenti? O forse può giovare a quei marchi svenduti proprio da un'Italia con poca visuale e poca intraprendenza a marchi stranieri, contenti di acquistare perle di grande valore da noi poco valorizzate?
La seconda questione che mi ha colpita oggi è quella legata all'assassino di Beatrice, la ragazzina che qualche decina di giorni fa è stata investita da un uomo mentre attraversava la strada in bicicletta. Il ragazzo, marocchino commerciante abusivo, ma a parte questo colpevole della sua morte, è già fuori dal carcere, agli arresti domiciliari, pronto a preparare le valigie per lasciare l'Italia.
Non è un caso isolato, è uno dei tanti casi che sottolineano l'incapacit (almeno a mio parere) della nostra Nazione di garantire sicurezza e fiducia a chi vive onestamente, a causa della forte incertezze delle pene (ormai certezza della non pena) per chi commette reati.
Entrambe le questioni fanno sorgere in me delle domande: a cosa serve avere un Paese?
Un Paese, e le sue Istituzioni, dovrebbero servire per rendere la realtà di coloro che in esso nascono, vivono e transitano (civilmente e rispettando le leggi) migliore.
Chi, piuttosto che puntare sul migliorare l'immagine di sè all'estero (unico canale attualmente di crescita per quanto riguarda i consumi e quindi i possibili ricavi per imprese ed economia), ostacola i grandi marchi, fa a noi del bene?
Il diffondere tra chi vive onestamente e giorno dopo giorno studia, lavora, viaggia, cammina sul nostro territorio la paura, l'insicurezza, il senso di non protezione, è un bel biglietto da visita per l'Italia?
Un Paese che non riesce ad assicurare pene adeguate per reati gravi e ignobili, è un Paese in cui si può continuare ad avere fiducia?
Sono domande.... con un contorno di rabbia... ma con la speranza che prima o poi, evento dopo evento, qualcuno, senza pregidizi e senza blocchi ideologici (e politici), possa comprendere ciò che davvero serve a tutti noi:
- creazione e difesa della ricchezza
- lotta ad evasione e corruzione, senza però prendere a picconate l'immagine del Paese,
- difesa della sicurezza dei cittadini
- sostegno al lavoro, all'economia, ai consumi e alla voglia di fare di chi crede nell'Italia, Italiani in primis e tutti coloro che nel nostro Paese arrivano, per commercio, economia, viaggi, turismo o alla ricerca di una nuova vita, ma con rispetto e voglia di contribuire al suo sviluppo e alla sua realtà, senza sostegno a chi delinque e cerca di distruggere tutto ciò.
Vorrei che chiunque, nel proprio ruolo, potesse perseguirli in uno Stato, l'Italia, che amo, nel quale sono nata e nel quale vorrei continuare a vivere, con l'orgoglio e con la forza che ognicittadino di questa splendida penisola dovrebbe meritare di avere.
Scusate il doppio sfogo-sclero cari lettori del mio blog!!!!
;)
mercoledì 10 luglio 2013
Due strade da cercare.... pensieri di un pomeriggio :)
Sono nata e vivo in Italia…
sì l’Italia, quella penisola meravigliosa
nel cuore del Mediterraneo, ricca di arte, cultura, luoghi e ricchezza.
Tutto ciò che mi circonda in certe giornate, però, sembra solo un'enorme gabbia.
Sono sempre stata una persona forte e determinata, con molti
sogni, forse più di quanti sia possibile gestire in una vita. Ho sempre messo passione, in tutto ciò che ho fatto fino ad
ora… ma avere sogni e passione mi rendo conto sia estremamente difficile in un
periodo come questo dove non solo il futuro, ma anche il presente, sono
assolutamente incerti.
Quest’anno, dopo aver concluso la mia laurea magistrale, ho
iniziato a muovere i primi passi nel mondo del lavoro e ora, a poche settimane
dalla fine della mia prima esperienza di stage, sto pensando molto a me e a
tutto ciò che mi circonda.
Di me non so che cosa sarà nei prossimi mesi e
spero di scoprirlo al più presto. A volte mi rendo conto di aver commesso degli
errori negli anni passati, ma non mi pento di ciò che ho vissuto e cercherò di
rendere i prossimi anni in linea con le mie aspettative e, se possibile, con i
miei desideri, anche quelli più profondi che fino ad ora ho lasciato un po’ lì
abbandonati, come dei vagoni in una vecchia ferrovia, senza rendermi conto che
loro in quella vecchia ferrovia proprio non avevano voglia di rimanerci. I sogni, quelli veri, chiusi a chiave in un
cassetto proprio non sanno starci e prima o poi (spero prima che poi) troverò
il modo di farli uscire…
Del mio Paese sono innamorata, come sono
innamorata di Milano, la città nella quale vivo (per studio e lavoro) ormai da
più di 6 anni.
Entrambi mese dopo mese li ho visti declinare e
ciò mi preoccupa molto. Quando apro i giornali, o accendo la televisione, mi sento tremare la terra sotto i piedi.
Sono solo pensieri, in un pomeriggio un po’ così,
in un momento un po’ così.
Sto perdendo la fiducia in tutto ciò che mi
circonda, ma in fondo, contemporaneamente, sta crescendo in me una forte ansia perché
mi rendo conto che è molto molto difficile fare qualcosa per cambiare tutto
ciò, ma nello stesso tempo è necessario.
Questo post non lo leggeranno moltissime persone,
ma rivolgo lo stesso un appello a tutti coloro che al momento sono impegnati
attivamente nel tenere in piedi l’Italia, politicamente ed economicamente (perché
nel tenerla in piedi siamo coinvolti tutti, nei nostri ruoli e nelle nostre
attività).
Fate qualcosa perché questo Paese che, giorno dopo
giorno, sembra morire sempre di più ricominci a credere nel proprio futuro.
Io parlo da giovane, nata e vissuta in un’Italia
che amo, ma che non sento più tanto mia. Ho voglia di ritornare a credere in
lei… e in tutto ciò che mi circonda.
Io nei prossimi mesi ed anni dovrò cercare la mia
strada… in fondo la ricerca della propria strada credo non si fermi mai
nel corso della vita.
Anche l’Italia nei prossimi mesi ed anni dovrà
cercare la propria strada…
io
sto facendo tutto il possibile per poter trovare la mia… chi ancora ama questa
meravigliosa penisola faccia tutto il possibile per farla camminare verso una
ripresa e verso una crescita.
Fiducia ne ho molto molto poca, ma la speranza non deve mancare mai.
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domenica 26 maggio 2013
Fabiana.... Ennesimo caso assurdo di violenza e morte... Non è amore, non sono fidanzati, non è gelosia....
Apro le pagine web dei principali giornali italiani...
Corriere
http://www.corriere.it/cronache/foto/05-2013/corigliano/omicidio/corigliano-sedicenne-uccisa-fidanzatino_2699857c-c5df-11e2-91df-63d1aefa93a2.shtml#3
http://www.corriere.it/cronache/13_maggio_26/sedicenne-bruciata-corigliano-macri_94f316f2-c5ec-11e2-91df-63d1aefa93a2.shtml
Repubblica
http://www.repubblica.it/cronaca/2013/05/26/news/ho_agito_per_un_raptus_di_gelosia_l_omicida_di_cosenza_confessa-59658750/?ref=HRER1-1
IlGiornale
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/cosenza-uccisa-15-anni-accoltellata-e-poi-bruciata-fidanzato-920915.html
Il Sole 24 Ore
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-05-26/uccisa-coltellate-bruciata-sedici-141211.shtml?uuid=Abvk1KzH
Sono solo alcuni esempi non voglio annoiarvi.
Sto solo riflettendo sulle parole utilizzate in questi articoli.
"Fidanzatino", "fidanzato", "gelosia", "immaturità"...
Scrivere in modo soft, in modo politically correct, in modo light è obbligatorio, cari giornalisti?
Le parole che emergono con forza dai vostri articoli, come quelle che ho indicato io sopra, sono messaggi pericolosissimi...
Cari giornalisti... Non leggono i vostri articoli solo persone tranquille, persone serene, persone intellettuali e persone che amano pensare... i vostri articoli sono letti da tutti...
Cari giornalisti... Abbiate la forza e il coraggio di usare parole forti, pesanti e chiare per condannare l'azione di questo mostro, di questo schifoso, di questo assassino.
Cari giornalisti, essere giornalisti non è solo prendere le notizie dall'Ansa o dai vostri portali di ricerca e riportarle... essere giornalisti dovrebbe essere molto molto di più di semplice riportare la cronaca...
Certo on line l'immediatezza dell'informazione è un valore importante e primario, ma proprio on line i vostri articoli corrono veloci tra blog, facebook, twitter... vengono letti da milioni di persone e anche da giovanissimi...
Usate parole forti e di condanna per questo individuo e per queste storie simili.
Un giornalista vero non scrive solo le notizie, le sente proprie...
Scusate lo sfogo, sapete la vostra categoria mi sta a cuore...
Adoro i giornali e adoro gli articoli...
Però davvero queste storie andrebbero raccontate in modo diverso.
Troppo buonismo, troppo definire in modo "soft" questi episodi e gli autori di tali scempi è pericoloso... soprattutto on line... soprattutto sul web, che deve essere uno strumento per arricchire e rafforzare il ruolo dell'informazione... il ruolo dei giornalisti....
Senza frasi fatte, senza frasi buone, senza definizioni "educate"..
Persone come quel ragazzo non sono gelose, non sono fidanzati e non sono amanti.... sono ASSASSINI, MOSTRI, VIOLENTI e non sono SOCIALMENTE DEBOLI, TURBATI, INSICURI, GELOSI... sono DELINQUENTI...
Scusate lo sfogo...
Corriere
http://www.corriere.it/cronache/foto/05-2013/corigliano/omicidio/corigliano-sedicenne-uccisa-fidanzatino_2699857c-c5df-11e2-91df-63d1aefa93a2.shtml#3
http://www.corriere.it/cronache/13_maggio_26/sedicenne-bruciata-corigliano-macri_94f316f2-c5ec-11e2-91df-63d1aefa93a2.shtml
Repubblica
http://www.repubblica.it/cronaca/2013/05/26/news/ho_agito_per_un_raptus_di_gelosia_l_omicida_di_cosenza_confessa-59658750/?ref=HRER1-1
IlGiornale
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/cosenza-uccisa-15-anni-accoltellata-e-poi-bruciata-fidanzato-920915.html
Il Sole 24 Ore
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-05-26/uccisa-coltellate-bruciata-sedici-141211.shtml?uuid=Abvk1KzH
Sono solo alcuni esempi non voglio annoiarvi.
Sto solo riflettendo sulle parole utilizzate in questi articoli.
"Fidanzatino", "fidanzato", "gelosia", "immaturità"...
Scrivere in modo soft, in modo politically correct, in modo light è obbligatorio, cari giornalisti?
Le parole che emergono con forza dai vostri articoli, come quelle che ho indicato io sopra, sono messaggi pericolosissimi...
Cari giornalisti... Non leggono i vostri articoli solo persone tranquille, persone serene, persone intellettuali e persone che amano pensare... i vostri articoli sono letti da tutti...
Cari giornalisti... Abbiate la forza e il coraggio di usare parole forti, pesanti e chiare per condannare l'azione di questo mostro, di questo schifoso, di questo assassino.
Cari giornalisti, essere giornalisti non è solo prendere le notizie dall'Ansa o dai vostri portali di ricerca e riportarle... essere giornalisti dovrebbe essere molto molto di più di semplice riportare la cronaca...
Certo on line l'immediatezza dell'informazione è un valore importante e primario, ma proprio on line i vostri articoli corrono veloci tra blog, facebook, twitter... vengono letti da milioni di persone e anche da giovanissimi...
Usate parole forti e di condanna per questo individuo e per queste storie simili.
Un giornalista vero non scrive solo le notizie, le sente proprie...
Scusate lo sfogo, sapete la vostra categoria mi sta a cuore...
Adoro i giornali e adoro gli articoli...
Però davvero queste storie andrebbero raccontate in modo diverso.
Troppo buonismo, troppo definire in modo "soft" questi episodi e gli autori di tali scempi è pericoloso... soprattutto on line... soprattutto sul web, che deve essere uno strumento per arricchire e rafforzare il ruolo dell'informazione... il ruolo dei giornalisti....
Senza frasi fatte, senza frasi buone, senza definizioni "educate"..
Persone come quel ragazzo non sono gelose, non sono fidanzati e non sono amanti.... sono ASSASSINI, MOSTRI, VIOLENTI e non sono SOCIALMENTE DEBOLI, TURBATI, INSICURI, GELOSI... sono DELINQUENTI...
Scusate lo sfogo...
venerdì 24 maggio 2013
Il web ci rende liberi? Incontro in Unicatt con Gianni Riotta
Qual è secondo voi l'azione che ho compiuto poco dopo essere rientrata in casa questa sera?
Ho acceso il pc, mi sono connessa ad internet e sono entrata su Facebook e su Twitter. Durante il giorno, essendo in ufficio, lancio qualche messaggio veloce, aggiorno gli stati e scambio "menzioni" utilizzando principalmente il cellulare, nelle brevi pause sul lavoro.
Eh sì, il web.
Oggi pomeriggio sono tornata nell'università nella quale ho vissuto 5 indimenticabili anni della mia vita proprio per assistere all'incontro di presentazione del libro Il web ci rende liberi? di Gianni Riotta.
Appena ho varcato il portone di ingresso, camminando tra i chiostri, ho iniziato a riflettere. Mi sentivo bene, dopo mesi lontana dalle aule e dai corridoi nei quali ho studiato, combattuto, sorriso, trattenuto lacrime, ho sentito quanto, nonostante il tempo trascorso, i luoghi nei quali si vive un po' ci apparterranno per sempre.
Tornando alla presentazione del libro, l'incontro, presso la Libreria Vita e Pensiero, è stato impostato sul dialogo. Il Professore, nonchè giornalista, Giovanni Santambrogio, insieme a numerosi studenti ha animato un dibattito molto interessante, con domande e anche qualche sorriso, con uno dei più importanti giornalisti italiani.
Si è parlato di web, internet, twitter....
Gianni Riotta ha espresso molte idee, rispondendo alle numerose questioni poste sia dal docente che dal pubblico.
In particolare mi ha colpito il suo sottolineare l'assenza di una separazione tra ciò che è reale e ciò che è virtuale.
La realtà ci regala ogni giorno eventi straordinari su cui riflettere, su cui pensare.
Il web è uno specchio della società in cui viviamo e risente del clima di forte risentimento sociale che sta interessando attualmente la società italiana dove, molto spesso, l'opinione pubblica mixa corruzione, sprechi, disoccupazione, recessione e crisi e dove, il Paese, ha da ormai troppo tempo smesso di crescere.
Molto interessanti, a mio parere, anche le riflessioni sul ruolo, e l'importanza, dell'informazione e del giornalismo.
Interpellando molti direttori e redattori si sentirà spesso affermare che il web ha portato alla crisi dei giornali e dell'informazione... in realtà l'innovazione della rete, le connessioni veloci, la grandissima quantità di risorse disponibili in tempo reale rappresentano una sfida.
L'informazione che viaggia attraverso i social network, i blog e la rete permette di fornire informazione non più alle masse come qualche decennio fa, ma agli individui.
Il giornalismo professionale di fronte all'emergere di nuovi canali di comunicazione e diffusione di notizie mantiente un ruolo centrale quale garanzia, controllo, autorevolezza.
Il giornalismo è avere idee ma continuare ad interrogarsi sugli eventi che la realtà propone, mantenendo la capacità di stupirsi e cambiando idee quando la realtà contraddice le proprie, riuscendo a raccontare e a spiegare tutto ciò che costantemente si evolve.
Ho colto veramente molta passione nel discorso di Gianni Riotta.
L'incontro di oggi presso la libreria della mia università mi ha lasciata molto soddisfatta.
Appena rientrata a casa non ho potuto fare a meno di aprire il mio blog e digitare, lettere dopo lettera, questo post.
Chi di voi mi conosce bene saprà che io adoro scrivere. Quando ero al liceo sognavo di diventare una giornalista. La passione per l'economia e la finanza nel frattempo è cresciuta e ho concluso da pochi mesi il mio percorso accademico in Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative. Come ho scritto altre volte, però, non sono una giornalista, ma non ho mai smesso di sentirmi un po' tale....
Il web mi consente di scrivere, esprimere opinioni, twittare, confrontarmi e questo uso del web lo nobilita, come diceva Gianni Riotta oggi, rendendolo uno strumento importante e ricco, a differenza del suo uso più negativo, come strumento per offendere, diffondere violenza, odio e divisioni.
Ho pensato di raccogliere in queste righe alcuni pensieri e alcune sensazioni che si intrecciavano nella mia mente.
Colgo l'occasione per ringraziare la Libreria Vita e Pensiero, il Professore Santambrogio, i suoi studenti e ovviamente Gianni Riotta per l'interessante occasione di riflessione e confronto di oggi pomeriggio.
Appena possibile leggerò sicuramente il libro e, ovviamente, ne consiglio la lettura anche a tutti coloro che hanno voglia di comprendere e di pensare, in questo mondo sempre più virtuale ma che ha bisogno di non perdere i propri valori.
Ho acceso il pc, mi sono connessa ad internet e sono entrata su Facebook e su Twitter. Durante il giorno, essendo in ufficio, lancio qualche messaggio veloce, aggiorno gli stati e scambio "menzioni" utilizzando principalmente il cellulare, nelle brevi pause sul lavoro.
Eh sì, il web.
Oggi pomeriggio sono tornata nell'università nella quale ho vissuto 5 indimenticabili anni della mia vita proprio per assistere all'incontro di presentazione del libro Il web ci rende liberi? di Gianni Riotta.
Appena ho varcato il portone di ingresso, camminando tra i chiostri, ho iniziato a riflettere. Mi sentivo bene, dopo mesi lontana dalle aule e dai corridoi nei quali ho studiato, combattuto, sorriso, trattenuto lacrime, ho sentito quanto, nonostante il tempo trascorso, i luoghi nei quali si vive un po' ci apparterranno per sempre.
Tornando alla presentazione del libro, l'incontro, presso la Libreria Vita e Pensiero, è stato impostato sul dialogo. Il Professore, nonchè giornalista, Giovanni Santambrogio, insieme a numerosi studenti ha animato un dibattito molto interessante, con domande e anche qualche sorriso, con uno dei più importanti giornalisti italiani.
Si è parlato di web, internet, twitter....
Gianni Riotta ha espresso molte idee, rispondendo alle numerose questioni poste sia dal docente che dal pubblico.
In particolare mi ha colpito il suo sottolineare l'assenza di una separazione tra ciò che è reale e ciò che è virtuale.
La realtà ci regala ogni giorno eventi straordinari su cui riflettere, su cui pensare.
Il web è uno specchio della società in cui viviamo e risente del clima di forte risentimento sociale che sta interessando attualmente la società italiana dove, molto spesso, l'opinione pubblica mixa corruzione, sprechi, disoccupazione, recessione e crisi e dove, il Paese, ha da ormai troppo tempo smesso di crescere.
Molto interessanti, a mio parere, anche le riflessioni sul ruolo, e l'importanza, dell'informazione e del giornalismo.
Interpellando molti direttori e redattori si sentirà spesso affermare che il web ha portato alla crisi dei giornali e dell'informazione... in realtà l'innovazione della rete, le connessioni veloci, la grandissima quantità di risorse disponibili in tempo reale rappresentano una sfida.
L'informazione che viaggia attraverso i social network, i blog e la rete permette di fornire informazione non più alle masse come qualche decennio fa, ma agli individui.
Il giornalismo professionale di fronte all'emergere di nuovi canali di comunicazione e diffusione di notizie mantiente un ruolo centrale quale garanzia, controllo, autorevolezza.
Il giornalismo è avere idee ma continuare ad interrogarsi sugli eventi che la realtà propone, mantenendo la capacità di stupirsi e cambiando idee quando la realtà contraddice le proprie, riuscendo a raccontare e a spiegare tutto ciò che costantemente si evolve.
Ho colto veramente molta passione nel discorso di Gianni Riotta.
L'incontro di oggi presso la libreria della mia università mi ha lasciata molto soddisfatta.
Appena rientrata a casa non ho potuto fare a meno di aprire il mio blog e digitare, lettere dopo lettera, questo post.
Chi di voi mi conosce bene saprà che io adoro scrivere. Quando ero al liceo sognavo di diventare una giornalista. La passione per l'economia e la finanza nel frattempo è cresciuta e ho concluso da pochi mesi il mio percorso accademico in Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative. Come ho scritto altre volte, però, non sono una giornalista, ma non ho mai smesso di sentirmi un po' tale....
Il web mi consente di scrivere, esprimere opinioni, twittare, confrontarmi e questo uso del web lo nobilita, come diceva Gianni Riotta oggi, rendendolo uno strumento importante e ricco, a differenza del suo uso più negativo, come strumento per offendere, diffondere violenza, odio e divisioni.
Ho pensato di raccogliere in queste righe alcuni pensieri e alcune sensazioni che si intrecciavano nella mia mente.
Colgo l'occasione per ringraziare la Libreria Vita e Pensiero, il Professore Santambrogio, i suoi studenti e ovviamente Gianni Riotta per l'interessante occasione di riflessione e confronto di oggi pomeriggio.
Appena possibile leggerò sicuramente il libro e, ovviamente, ne consiglio la lettura anche a tutti coloro che hanno voglia di comprendere e di pensare, in questo mondo sempre più virtuale ma che ha bisogno di non perdere i propri valori.
giovedì 11 aprile 2013
Lettera al figlio - Rudyard Kipling
Se riesci a mantenere la calma
quando tutti attorno a te la stanno perdendo,
Se sai aver fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te
tenendo conto pero' dei loro dubbi;
Se sai aspettare senza stancarti di aspettare
o essendo calunniato non rispondere con calunnie
o essendo odiato non dare spazio all'odio
senza tuttavia sembrare troppo buono ne' parlare troppo da saggio;
Se sai sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni;
Se riesci a pensare senza fare di pensieri il tuo fine;
Se sai incontrarti con il successo e la sconfitta
e trattare questi due impostori proprio nello stesso modo;
Se riesci a sopportare di sentire la verita' che tu hai detto,
distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per gli ingenui;
Se sai guardare le cose, per le quali hai dato la vita distrutte
e sai umiliarti a ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori;
Se sai fare un'unica pila delle tue vittorie
e rischiarla in un solo colpo a testa o croce
e perdere e ricominciare dall'inizio
senza mai lasciarti sfuggire una sola parola su quello che hai perso;
Se sai costringere il tuo cuore,i tuoi nervi,
i tuoi polsi a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti piu'
e cosi' resistere quando in te non c'e' piu' nulla
tranne la volonta' che dice : resisti !;
Se sai parlare con i disonesti senza perdere la tua onesta'
o passeggiare con i re senza perdere il tuo comportamento normale;
Se non possono ferirti ne' i nemici ne' gli amici troppo premurosi;
Se per te contano tutti gli uomini, ma nessuno troppo;
Se riesci a riempire l'inesorabile minuto
dando valore ad ogni istante che passa:
tua e' la Terra e tutto cio' che vi e' in essa
e - quel che piu' conta - tu sarai un Uomo, figlio mio!
mercoledì 10 aprile 2013
Sogni, pensieri, domande
Ci sono sogni
abbandonati lì, come vecchi vagoni in una ferrovia.
La vita ti ha portato lontana da loro e tu li hai lasciati allontanare da te, chiudendoli in un cassetto, infondo al tuo cuore.
La vita ti ha portato lontana da loro e tu li hai lasciati allontanare da te, chiudendoli in un cassetto, infondo al tuo cuore.
Giorno dopo
giorno hai trovato nuovi obiettivi per i quali lottare e passo dopo passo ogni
giorno cerchi di arrivare lì, dove la strada ti sembra condurre.
Ogni tanto,
però, capita di sentire una voglia incomprensibile di riaprire quel cassetto ormai impolverato e, nonostante tutto ciò che
è successo, nonostante tutto ciò che è cambiato, capita di risentire ancora gli
stessi brividi di quando, per realizzare quei sogni lontani, avresti fatto di
tutto.
Ricordi,
domande, riflessioni, idee iniziano a scontrarsi irrefrenabilmente dentro di
te.
Vorresti
fermarli, ma non ci riesci.
Ti rendi
conto che i sogni nella vita possono cambiare, si possono aggiungere nuovi
sogni., ma certi sogni quelli più profondi, quelli più veri, non riuscirai mai
ad abbandonarli davvero.
E ti inizi
ad interrogare.
Sei
cresciuta, sei cambiata, hai raggiunto importanti traguardi, cammini per
realizzare i tuoi obiettivi, ma è possibile dedicare un po’ di spazio anche a
ciò che hai sempre desiderato?
C’è spazio
nella tua vita, frenetica e piena di impegni, anche per qualcosa che vada
oltre?
Sono domande
che ti poni soprattutto in quei momenti della vita in cui concludi una parte
fondamentale di essa e ti ritrovi a dover progettare come proseguire, da quel
momento in poi, consapevole che in realtà
“la vita è
quello che accade mentre si fanno progetti su come viverla”.
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