mercoledì 12 dicembre 2012

Un caso che mi ha colpito...


Ogni tanto ritorno sul mio blog per lasciare che alcuni dei miei pensieri si trasformino in parole.
Scrivere mi è sempre piaciuto moltissimo e chi mi conosce sicuramente lo sa.
Ai tempi del liceo però avevo un sogno che credo soltanto pochissime persone, essendomi accanto da molto tempo, siano in grado di ricordare. Le lezioni di italiano a scuola erano le mie preferite e non vedevo l'ora che la professoressa ci assegnasse dei temi da svolgere:volevo diventare una giornalista... 
L'ultimo anno poi, nel valutare tutte le possibili opzioni per proseguire il mio percorso di studi, ho deciso di seguire una passione diversa, quella per l'economia e per la finanza, iscrivendomi a Scienze bancarie. 
Sono passati più di 5 anni. Da pochi mesi ho concluso la laurea magistrale e sono molto soddisfatta sia della scelta che del cammino compiuto.
La passione per la scrittura però non l'ho mai abbandonata e posso affermare che sicuramente è stata (ed è) tuttora molto preziosa per me.
Non sono diventata una giornalista, ma non ho mai smesso di sentirmi un po' tale. 

Nelle ultime settimane la mia attenzione è stata attirata dall'evolversi delle vicende che hanno riguardato un noto giornalista italiano. Mi riferisco a quello che ormai è noto come "caso Sallusti". 
Esprimere posizioni o idee politiche in questo momento non mi interessa e non ritengo di avere le competenze tali per valutare le norme applicate e le questioni tecnico-giuridiche di quanto successo.
Oggi però, dopo aver letto il tweet con cui @alesallusti ha informato il pubblico della sua radiazione dall'odg, ho sentito il bisogno di scrivere. 
Personalmente non condivido tutte le opinioni e le idee del direttore Sallusti, ma ciò che è successo in questi ultimi giorni, da cittadina italiana e da ormai ex aspirante giornalista, mi ha scosso e ha lasciato in me molta delusione.
Chi ha ragione? Cosa è giusto? Tale situazione si sarebbe risolta nello stesso modo se altre persone avessero commesso gli stessi errori? 
Non ho e non voglio avere una risposta a tali domande, ma certamente ho delle idee e dei pensieri e avevo voglia di dar loro uno spazio, con un breve post.

Colgo l'occasione per esprimere la mia solidarietà ad Alessandro Sallusti. Questa vicenda ha lasciato in me molta amarezza e ho sentito il bisogno di scriverlo. Abito a poche vie dall'abitazione nella quale il giornalista sta scontando i suoi "arresti domiciliari" e il luogo in cui attualmente lavoro (da stagista) si trova a pochi passi dalla sede del suo giornale. Anche questa posizione geografica forse ha contibuito ad incrementare il mio dispiacere nel sapere di una persona (prima che di un giornalista) a cui è stata limitata (giustamente o ingiustamente...non sta a me stabilirlo) la libertà e la possibilità di esercitare il suo mestiere.

Qualunque siano le mie e le vostre idee spero queste riflessioni non abbiano e non possano infastidire nessun lettore. Sono soltanto pensieri e sensazioni su questioni da me lontane e che sicuramente persone più autorevoli potranno commentare in modo più completo e con maggiore competenza.

I vostri commenti saranno preziosi. Su questo blog vale la libertà di opinione e di espressione....

Buona serata!




3 commenti:

  1. Ciao! Non penso che la galera possa essere invocata per Sallusti (che non mi piace affatto), però nella fattispecie ha coperto il ben noto Renato Farina, già radiato dall' ordine dei giornalisti per la vicenda di informatore dei servizi segreti (agente "Betulla") e "naturalmente" deputato del Pdl.
    Nella vicenda, sotto pseudonimo "Dreyfus" (chissà perchè) ha diffamato un giudice, accusato di avere disposto un aborto su una minorenne, vicenda falsa della quale si è "pentito" dopo diversi anni.
    Sallusti gli ha tenuto il sacco, e questo non deve avvenire nel giornalismo: non di libertà di informazione pertanto si tratta ma di diffamazione, aggravata dall' uso dell' anonimato.
    saluti
    Giovanni Dall' Olio

    P.S.
    Il sallusti era recidivo

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  2. Il Renato Farina era ben noto, e non da ora, ma questo non cambia nulla, come non cambia nulla la recidiva del Sallusti: il punto fondamentale è il chiedersi in primis se sia giusto ed “equo” sanzionare con pena detentiva un reato di tal fatta ed in seconda istanza se tali sanzioni siano giustamente applicabili sia al reo sia a chi non ha commesso materialmente tale reato.
    La normativa è questa, e non si discute, ma la discrezionalità partigiana di certi giudici la dice lunga sull’elasticità della sua applicazione: sembra assodato che sia stata applicata finora due volte e sempre nei confronti di giornalisti schierati da una stessa parte, non si vorrà dire che non ci sono stati altri casi in cui, anche a querela di parte, nessuno è stato condannato!
    Venga quindi punito chi diffama e chi non rettifica se è necessaria una riparazione, ma il carcere ai giornalisti ricorda tanto certi “Gulag” e certi “Campi di rieducazione” di cui un Paese civile non sente certo la mancanza.

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  3. Grazie ad entrambi per questi commenti che, essendo contrastanti, arricchiscono il dibattito sul mio blog.

    Volevo solo condividere la mia felicità per il gesto compiuto dal Presidente Napolitano.

    I motivi e gli sviluppi di questa vicenda giudiziaria, come già detto nel post, non credo di essere in grado di valutarli, non essendo esperta di legge e soprattutto di diritto dell'informazione.
    Mi sembra tuttavia che, come detto da Giuseppe, nel caso Sallusti certe sanzioni previste dalla legge siano state applicate in un modo particolare, diverso da quanto successo nella stragrande maggioranza di casi simili.

    Sono felice per il gesto di Napolitano e auguro al Direttore Sallusti di riprendere presto e con vigore la Sua posizione, in realtà mai abbandonata, nel panorama giornalistico..

    Spero possa continuare ad esprimere liberamente (e in libertà) le sue idee in modo che sia possibile, per chi non le condivide, discuterne e contrastarle in modo civile e democratico.

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