venerdì 19 luglio 2013

Due questioni ed alcune domande (con rabbia annessa)

Oggi sono due le notizie che mi hanno colpita, due le questioni di cui ora voglio scrivere.


La prima questione è quella che ha coinvolto Dolce&Gabbana, grande marchio del Made in Italy, che rappresenta il nostro Paese nel mondo e che attira nella città di Milano, e in Italia, turisti, acquirenti e capitali da ogni parte del globo.
Un'accusa per evasione fiscale ed un iter giudiziario in corso.
Chi evade, chi ruba, chi commette irregolarità è giusto che venga processato e, alla fine dell'ultimo grado di giudizio, condannato se ritenuto colpevole.
Che senso ha, però, che un Comune come Milano neghi i propri spazi ad un marchio che, nelle nostre strade e nelle nostre città, crea ricchezza, crea posti di lavoro e crea immagine?

Il settore della moda non sta benissimo dopo tutti questi anni di crisi, ma sicuramente contribuisce a contenere la contrazione del nostro PIL per il grande prestigio della nostra Moda nei Paesi che attualmente stanno crescendo, lontani e ricchi (soprattutto nel segmento lusso e fashion, mentre in retail arranca fortemente).
In via Montenapoleone e in via Della Spiga, cuore del fashion milanese e italiano, anni fa non si vedevano etichette con sconti e offerte: oggi invece anche lì ci sono cartellini con il 40% e 50% di sconto, anche nelle vetrine delle grandi Griffe.

Tali vie oggi sono meno piene di Italiani ed europei, ma sono sempre più piene di cinesi, russi, arabi, persone provenienti da ogni parte del pianeta... desiderose di acquistare i prodotti dell'Italia, provenienti da aree del Mondo in forte crescita, mercati che per le nostre imprese e le nostre Firme rappresentano grandissime opportunità di sbocco e sviluppo.


Un Comune e un Settore Pubblico che, piuttosto che sostenere le aziende che creano ricchezza e speranza in un momento così cupo e difficile, negano spazi x sfilate ed eventi alle firme della nostra moda, non possono godere della mia fiducia e della mia stima.
I tribunali dovrebbero essere il luogo per giudicare chi commette reati e ingiustizie (con tutti i gradi di giudizio previsti dal nostro sistema giudiziario). Che motivo c'è di ostacolare firme che creano lavoro e ricchezza nelle nostre città, con un indotto enorme in termini di creazione di Pil?
Può forse agevolare le tante imprese estere nostre concorrenti? O forse può giovare a quei marchi svenduti proprio da un'Italia con poca visuale e poca intraprendenza a marchi stranieri, contenti di acquistare perle di grande valore da noi poco valorizzate?

La seconda questione che mi ha colpita oggi è quella legata all'assassino di Beatrice, la ragazzina che qualche decina di giorni fa è stata investita da un uomo mentre attraversava la strada in bicicletta. Il ragazzo, marocchino commerciante abusivo, ma a parte questo colpevole della sua morte, è già fuori dal carcere, agli arresti domiciliari, pronto a preparare le valigie per lasciare l'Italia.

Non è un caso isolato, è uno dei tanti casi che sottolineano l'incapacit (almeno a mio parere) della nostra Nazione di garantire sicurezza e fiducia a chi vive onestamente, a causa della forte incertezze delle pene (ormai certezza della non pena) per chi commette reati. 

Entrambe le questioni fanno sorgere in me delle domande: a cosa serve avere un Paese?
Un Paese, e le sue Istituzioni, dovrebbero servire per rendere la realtà di coloro che in esso nascono, vivono e transitano (civilmente e rispettando le leggi) migliore.
Chi, piuttosto che puntare sul migliorare l'immagine di sè all'estero (unico canale attualmente di crescita per quanto riguarda i consumi e quindi i possibili ricavi per imprese ed economia), ostacola i grandi marchi, fa a noi del bene?
Il diffondere tra chi vive onestamente e giorno dopo giorno studia, lavora, viaggia, cammina sul nostro territorio la paura, l'insicurezza, il senso di non protezione, è un bel biglietto da visita per l'Italia?
Un Paese che non riesce ad assicurare pene adeguate per reati gravi e ignobili, è un Paese in cui si può continuare ad avere fiducia?

Sono domande.... con un contorno di rabbia... ma con la speranza che prima o poi, evento dopo evento, qualcuno, senza pregidizi e senza blocchi ideologici (e politici), possa comprendere ciò che davvero serve a tutti noi:
  • creazione e difesa della ricchezza
  • lotta ad evasione e corruzione, senza però prendere a picconate l'immagine del Paese,
  • difesa della sicurezza dei cittadini
  • sostegno al lavoro, all'economia, ai consumi e alla voglia di fare di chi crede nell'Italia, Italiani in primis e tutti coloro che nel nostro Paese arrivano, per commercio, economia, viaggi, turismo o alla ricerca di una nuova vita, ma con rispetto e voglia di contribuire al suo sviluppo e alla sua realtà, senza sostegno a chi delinque e cerca di distruggere tutto ciò.
Vorrei vedere almeno uno di questi punti (e spererai di vederli tutti) al centro dell'attenzione dei nostri politici ed amministratori....
Vorrei che chiunque, nel proprio ruolo, potesse perseguirli in uno Stato, l'Italia, che amo, nel quale sono nata e nel quale vorrei continuare a vivere, con l'orgoglio e con la forza che ognicittadino di questa splendida penisola dovrebbe meritare di avere.





Scusate il doppio sfogo-sclero cari lettori del mio blog!!!!
;)


1 commento:

  1. Il settore pubblico fa poco per tutti, manca la voglia e l'entusiasmo.
    Le giovani vite spezzate lasciano sgomenti.

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