lunedì 21 maggio 2012

Domande





Farei retorica nel definire quello che stiamo vivendo un momento difficile, a livello italiano e a livello internazionale.
Questa sera però ho voglia di scrivere alcune riflessioni sui pensieri che stanno attraversando la mia mente anche se, tali pensieri, si muovono in modo talmente rapido che fermarli qui è soltanto un'illusione.
Mi trovo in un periodo di transizione. Fra pochi mesi concluderò il mio corso di laurea magistrale e, come tanti altri ragazzi, cercherò di entrare nel mondo del lavoro. Negli scorsi anni ho cercato di dare il meglio di me stessa, superando con impegno e con determinazione tutte le piccole-grandi difficoltà che ho trovato sul mio cammino. Lo studio ha sempre rivestito un ruolo importante nelle mie giornate, ma non mi sono limitata a leggere libri e slide per preparare gli esami universitari. Soprattutto dopo aver preparato e discusso la mia tesi triennale, ho iniziato ad accostare l'impegno alla passione, cercando di approfondire i temi che maggiormente mi interessavano attraverso la partecipazione a convegni ed eventi.
Adesso, a pochi passi dal raggiungimento della tanto attesa meta, a pochi passi dalla conclusione della mia carriera accademica, mi sembra difficile immaginare qualcosa di concreto per il mio futuro. Studiare in un periodo di crisi e di cambiamento come quello che stiamo vivendo ho sempre pensato fosse un elemento di arricchimento per la mia formazione. In effetti, approfondire i temi legati al mondo bancario-finanziario in questi anni mi ha consentito di comprendere i limiti che hanno condotto i principali paesi occidentali nella situazione che attualmente stiamo vivendo, rendendo enormemente utile tutto ciò che trovavo al di fuori dei libri sulla mia strada.
Oggi, però, inizio a sentire la crisi sulla mia pelle. Questa crisi, di cui ho parlato nella mia tesi di laurea triennale e di cui parlerò, sotto diversi aspetti, nella mia tesi di laurea specialistica, inizia a non essere più un elemento di analisi, di lettura, di ricerca... Questa crisi sto iniziando a viverla.
Come tutti i giovani che stanno per concludere il proprio percorso di studi inizio a pormi delle domande su cosa accadrà domani. Le risposte a tali domande non le trovo. Io ho sempre creduto nel mio Paese, anche nei momenti di maggiore difficoltà, anche ora. L'Italia è uno stato importante e sono orgogliosa di esserne parte. Nonostante questo, però, giorno dopo giorno sto iniziando a perdere fiducia in ciò che questo Paese, questa Italia, può offrire a me e ai miei concittadini nel futuro. Tutto mi sembra grigio e buio.
Poi però mi fermo di nuovo a riflettere... sono Italiana e quindi faccio parte di tutto questo. Sono giovane. L'Italia ha bisogno di me?
Spesso mi pongo questa domanda. In mille posti e da mille persone sento un solo consiglio: "vai via da qui". Eh si... in effetti questo posto non sembra un posto per chi ha voglia di crescere.. questo non è un Paese per giovani e per il merito. Poi mi rendo conto, tuttavia, che di questo Paese io ne faccio parte. Sono nata in Italia, ho studiato in Italia, ho vissuto in Italia. Se l'Italia permette a chi ha la mia età di dubitare di Lei, che Italia sarà fra qualche anno? Io mi sento oggetto e soggetto allo stesso tempo. Sono Italia... e l'Italia la sento distante, difficile, inerme.
Quanta confusione. Questo post è una sintesi della confusione che alberga nella mia mente e nella mente di molti miei coetanei. Da un lato avrei voglia di seguire quel consiglio, di andare via... ma poi... poi sento ancora quella piccola lucina di speranza..

L'Italia deve cambiare. Il cambiamento può venire da un nuovo modo di guardare la realtà... può venire dai giovani... Senza i giovani l'Italia morirà. Il merito vale sempre meno... le inadeguatezze in ogni aspetto della vita in Italia aumentano... per gli studenti, per le famiglie, per gli imprenditori, per tutti. Quanto può continuare questa situazione?

Le mie sono solo riflessioni, e paure... ma accanto all'insecurezza vorrei che il mio Paese mi consentisse di mantenere qualche sogno. Io ho voglia di sognare...e voglio sognare in Italiano. Lo so.. le nuvole sono molte.. ma i raggi di sole possono passare soltanto se tutti noi, io compresa, ricominciamo a credere nel nostro futuro.

Negli ultimi mesi le notizie economiche-politiche-finanziarie non sono consolanti. Tutto sembra sempre più difficile... ma la storia ci ha insegnato che i momenti più critici hanno preceduto i momenti più brillanti... e io voglio crederci.... ho ancora voglia di crederci.. non so bene in cosa, non so bene cosa, ma ho voglia di non smettere di credere.

Scusate per questo post un po' caotico... c'è tutto e niente in questa pagina.. non so se qualcuno l'ha letta fino a qui... il mio obiettivo principale era lasciar scorrere le dita sulla tastiera. Scrivo poco ultimamente, ma scrivere mi piace sempre molto.. mi permette di pensare e di ritrovare me stessa, parola dopo parola, pensiero dopo pensiero.
Questo sfogo non servirà a nulla probabilmente, ma spero possa dare a me la forza di continuare a correre... le strade sono sempre più incerte e perturbate, ma continuare a camminare è l'unico modo per raggiungere qualche meta... quale sia la meta non è chiaro, ma per definirla i sogni sono ancora ammessi, nonostante tutto.. 

5 commenti:

  1. E' molto bello e profondo quello che hai scritto, ma non mi sento di darti suggerimenti, mi sento solo di guardarti dal di fuori con tutto il rispetto che provo nei confronti dei giovani, di tutti i giovani.
    Dare consigli lo reputo pericolosissimo...
    L'unico consiglio forse è proprio quello di non ascoltare i consigli degli estranei...

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  2. Grazie davvero per questo commento!
    In effetti i consigli di persone estranee sono sempre tanti, ma a volte contibuiscono ad aumentare l'incertezza :) si vedrà... io ho rispetto anche per tutti coloro che non sono giovani.. credo ci siano persone in gamba in Italia e spero riescano a cambiare qualcosa... prima o poi :)

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  3. Sognare è sempre importante. Io mi sono laureata senza alcuna aspettativa sul mio futuro e sono stata fortunata, creandomi uno spazio tutto mio molto soddisfacente.

    Un abbraccio

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  4. Ecco, mi piace quelli che scrivi. È la conferma che pensieri di questo tenore sono sempre più diffusi e rendono l'idea di un Paese che si restringe e non sa porre rinedio ai mali della sua società, ormai endemici. La speranza è l'ultima a morire, ma questo vuol dire che moriremo prima di essa?
    L'estero non è un'isola felice come la dipingono. Non sempre né ovunque. Ma resta sempre lì, per fortuna. E ladecadenza sociale (e culturale) che ha cause comuni pervade anche lidi cge sembravano immuni: la moneta cattiva scaccia quella buona. E ne abbiamo di monete cattive oggi...
    Ma se non c'è fine al peggio, è anche vero che il tempo è ciclico, lo è sempre stato.
    Chi vivrà vedrà, basta essere pronti a tutto e sapere da che parte stare.

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  5. scusa i refusi, sai il touch screen in metro :)

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